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Stadio al Portello: i motivi del clamoroso dietrofront

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berluscnotiVoglia di rivalsa, voglia di guardare al futuro. Da cosa iniziare per creare un progetto vincente dopo annate disastrose? Dallo Stadio ovviamente, Juventus docet. Barbara Berlusconi è convinta e vuole convincere gli scettici, la priorità va alla costruzione del nuovo impianto e se ne occuperà lei in prima persona. Diverse aree visionate, tra le quali Sesto e l’area Expo, ma la più idonea sembra appunto il Portello, a pochi passi da Casa Milan. Il Comitato esecutivo di Fondazione Fiera lancia un bando per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 e, tra alcune difficoltà, sorpassi e controsorpassi con altri progetti, rinvii di Fondazione Fiera ed un cauto ottimismo, martedì 7 luglio finalmente il Milan vince il bando. Arrivano anche i comunicati ufficiali, sembra tutto pronto per la creazione della nuova casa dei rossoneri. Non tardano tuttavia a farsi sentire gli “oppositori”, coloro che proprio non ne vogliono sapere di questo nuovo stadio, tra i quali i residenti del Portello, il vicesindaco De Cesaris ed il M5S. Il Milan continua sulla propria strada, sa di avere in mano un progetto ambizioso a cui Barbara crede ciecamente, tanto da mettersi in prima persona alla ricerca di nuovi sponsor. Vorrebbe discuterne anche con Mr. Bee, ma il broker sembra abbastanza freddo a riguardo. Passano i giorni, aumentano gli ostacoli. Accade l’imprevedibile: CdA lampo del Milan e clamoroso dietrofront, proprio quando sembrava che l’iniziativa dovesse decollare. Cosa si nasconde dietro questa decisione? Si dice che i costi di bonifica del sottosuolo fossero molto superiori del previsto. I rossoneri, spiazzati, chiedono allora di quantificare la spesa di questa opera prima di sottoscrivere il contratto con Fondazione Fiera. Pronta risposta dei diretti interessati: “Il Milan disattende gli impegni presi, Barbara Berlusconi aveva firmato”. Si cerca un incontro chiarificatore, si valutano nel frattempo nuove aree. Tra le file degli oppositori del nuovo stadio si aggiunge anche Fininvest, che considera un errore lasciare San Siro. Barbara sembra sempre più “sola”, Fondazione Fiera a sua volta sembra spazientirsi, si giunge inevitabilmente ad una fase di stallo. Ultimatum da parte di Benito Benedini, presidente di Fondazione Fiera: rottura vicina. Nel frattempo l’Inter ha fretta di conoscere le intenzioni dei cugini… Arrivano anche le prime dichiarazioni del Presidente rossonero: “Credo che resteremo a San Siro”. Non è finita qui, l’ex club di Via Turati potrebbe andare incontro anche ad una penale per la rinuncia, dai 4 ai 10 milioni di Euro. Piano piano vengono alla luce ulteriori “cause” del dietrofront: Silvio Berlusconi non ha mai contemplato pienamente l’ipotesi di costruire un nuovo impianto, è troppo forte per lui il legame con San Siro. Anche Mr. Bee, tra l’altro, sembrerebbe guardare con maggiore simpatia la permanenza al Meazza. Vera e propria sconfitta per Barbara, mai appoggiata pienamente e costretta infine ad allinearsi alla corrente di pensiero del padre. A rimanere spiazzata è anche l’Inter, che già pregustava un San Siro tutto neroazzuro. Si giunge così a questi giorni, nei quali i rossoneri cercano di trovare un accordo sulla penale e, nel frattempo, il Comune di Milano apre alla cessione di San Siro: 100 milioni per averlo in condivisione. Come andrà a finire? Bisogna pazientare ancora un po’, ma guardando al futuro… Si vede solo San Siro.

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