This is the end

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desertificationSi è conclusa all’insegna di un’altra sconfitta la deplorevole stagione del Milan. Di certo quello fatto di buono sabato sera non è servito a farci vincere la Coppa Italia, ma il tifoso del Milan sa benissimo che se il risultato fosse stato diverso, avremmo assistito alle molteplici dichiarazioni di circostanza che il Presidente e il Dottore ci avrebbero regalato (“Siamo messi bene così”, “la squadra non ha bisogno di ritocchi” ecc). Sabato sera, per il bene del Milan, pensavamo alla sconfitta come la migliore delle ipotesi. Tifosi, giornalisti, scribacchini erano già pronti ad elogiare la squadra in caso di sorprendente vittoria: “anima e cuore Milan”, “stagione ribaltata”, oppure ancora “non è tutto da buttare”, “Coppa Italia e Europa League”.

Il settimo posto è ora lì, negli annali del calcio, e ricorderemo per il terzo anno consecutivo le figure ridicole, con squadre che seppur più deboli sulla carta, si sono dimostrate un gruppo solido, con giocatori più rispettosi della maglia rispetto ai nostri. Vorremmo ricordare che l’arrivo in finale di Coppa Italia è avvenuto solo grazie al calendario straordinariamente favorevole e alle abbordabili squadre di serie B incontrate. Una finale vinta o persa non cambia l’esito di una stagione fallimentare. Se avessimo vinto, le dichiarazioni sarebbero state le seguenti, iniziando dal Condor: “la vittoria salva tutta la stagione, la scelta di Brocchi si è rivelata vincente da parte del Presidente e soprattutto si è dimostrato come i giocatori, non siano così pessimi”. Il Presidente: “Ho visto il giuoco finalmente, e proprio grazie al bel giuoco abbiamo vinto la partita contro una grande squadra come la Juventus. In trent’anni di Milan questo trofeo si va ad aggiungere agli altri, dimostrando ancora una volta che io sono il Presidente più vincente della storia del calcio”. Ci sarebbe stata la riconferma di Brocchi per la prossima stagione, e molti giocatori come Boateng e Balotelli sarebbero probabilmente rimasti.

Non riusciamo a capire i tifosi che si accontentano di una prestazione buona quanto inutile, del buon possesso palla di una squadra che non riesce in alcun modo a far goal, non riesce a concretizzare le poche azioni che costruisce (ci riferiamo alla stagione in toto, non alla singola partita). Il Vecchio Milan, che ancora ricordiamo, entrava in campo sempre per vincere, per spaccare la partita, non per giocare in maniera dignitosa. È questa la differenza fondamentale. Non ci si puó e non ci si deve accontentare di così poco, non lo merita il tifoso milanista dovunque egli si trovi nel mondo, non lo merita la storia di questo club.

È arrivato il momento per il Presidente di farsi da parte, insieme al fidato collega, perché vedere il nostro Milan così in basso fa male davvero. Terza stagione consecutiva fuori dalle competizioni europee, il Diavolo pian piano sta perdendo il suo fascino e il suo valore di mercato a livello di brand. In tutto questo merito al Sassuolo per essere stata una squadra forte e per averci creduto sempre, cosa che i nostri non hanno fatto.

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