Giampaolo Pazzini: un vero guerriero

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Per parlare di Giampaolo Pazzini possiamo partire da un Atalanta – Milan di fine maggio 2015. Una gara inutile ai fini del risultato, Atalanta già salva e Milan già in vacanza. Ma è anche da queste partite che si vede il vero attaccamento alla maglia. Noi di TR gli assegniamo un 7 più che meritato. Ecco il nostro giudizio: “Si procura e segna un rigore, lotta come un leone con i difensori bergamaschi ed è come sempre uno dei migliori in squadra. Davvero non merita una riconferma?”. Inzaghi quasi sempre in stagione preferisce affidarsi prima a Torres, poi a Menez come falso nueve, infine a Destro, salvo impiegarlo titolare nelle ultime uscite. Lui ripaga con ottime prestazioni e due gol, sebbene uno su rigore (il centesimo in A): prestazioni in cui come al solito lotta come un guerriero e risulta uno dei migliori in campo. Raramente si espone per polemizzare sul poco spazio a sua disposizione, eppure dopo Bergamo non ci pensa due volte ad affermare di essere a disposizione della società per un’eventuale riconferma. Mai preso di mira dai tifosi rossoneri che gli mostrano sempre il loro affetto, anche in un’annata in cui abbiamo assistito a tantissime (e giustissime) proteste. E anche con altre maglie il nostro Giampaolo è riuscito a guadagnarsi solo stima ed applausi.

Cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, nel 2004 guadagna con i nerazzuri la promozione in Serie A, per poi passare nel 2005 alla Fiorentina, dove rimane quattro anni, collezionando 33 reti. Ma è con la Sampdoria che esplode definitivamente: insieme a Cassano forma una coppia gol eccezionale. Nel 2010 sfiora l’ingresso in Champions League: memorabile il preliminare con il Werder Brema in cui il Pazzo segna sia all’andata (3 a 1 per i tedeschi) sia al ritorno, dove la Samp si arrende solo ai supplementari dopo aver vinto per 3 a 2. Dopo due anni pressoché deludenti all’Inter passa in maglia rossonera nel 2012 nell’ambito di uno scambio proprio con Cassano.

Pazzini rimane in rossonero per 3 anni (per poi passare all’Hellas Verona, con cui vive anche l’esperienza della Serie B), pur non riuscendo a trovare moltissimo spazio, segna in tutto 24 gol. Tuttora rimane nei cuori della tifoseria nonostante non faccia più parte della nostra famiglia: un combattente come lui non potrà mai essere dimenticato con facilità…

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