Tempi Rossoneri

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I quattro dell’Ave Maria e il numero chiave (che è sempre il 4)

DiNils

Ott 17, 2019 #Gazidis, #Giampaolo
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4avemariaQuattro. Il numero chiave è 4. Come il mostro, l’idra dirigenziale a quattro teste che sta guidando il Milan non si sa bene verso dove: Massara, Gazidis, Boban e Maldini. Li ricordiamo seduti nella sala della conferenza stampa di presentazione dell’ultimo allenatore rossonero (Stefano Pioli). Sì, c’era anche Pioli con loro, ma questo è solo un dettaglio. Prima di lui ce ne sono stati altri e forse altri ce ne saranno dopo. I 4 dell’Ave Maria stanno appunto pregando intensamente affinchè ciò (ri)accada il più tardi possibile e non dopo appena tre mesi, come verificatosi in quest’ultimo emblematico (e un pò imbarazzante) caso.

Molti di noi non fanno che domandarsi che sorta di dirigenza sia mai questa. Che diavolo sta combinando questa combriccola? Un mercato fatto piuttosto a casaccio, con la scelta di affidarsi a un allenatore ideologo poi cambiato in quattro e quattr’otto.

Quattro. Il numero chiave è 4. Come i punti di distanza dal quarto posto nel momento in cui Giampaolo è stato esonerato (dopo sette giornate dall’inizio del campionato). Non sono tanti, ma ad essere realisti il gap rischia di allungarsi in breve tempo, a causa del calendario: nelle prossime sei partite il Milan dovrà affrontare Lecce e Spal, ma anche Roma, Juventus, Lazio e Napoli, cioè quattro squadre tutte superiori ai rossoneri, quasi senza ombra di dubbio.

Pioli è chiamato subito a fare una piccola impresa: tenere il Milan in gioco fino a dicembre, per poi inevitabilmente cercare di trovare un PLUS nel mercato invernale. Opinione personale: con questi giocatori non si potrà andare oltre il quinto posto (se tutto va bene – e non è affatto detto che sarà così). Per come la vedo io, da adesso e fino a Natale bisogna soprattutto limitare i danni. Resistere, resistere, resistere. Mantenere il più possibile le distanze attuali in classifica. Nel frattempo la squadra potrà solo crescere e migliorare, così come l’operato del tecnico.

Invece fare i disfattisti totali è solo deleterio, triste e autolesionistico. Malgrado non sia chiara la direzione, nella nebbia è più utile avere speranza che rassegnazione.

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