La rivoluzione cinese

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chinaTempo di affari per Silvio Berlusconi. Dopo aver venduto Mediaset Premium ai francesi, dopo mesi (anni?) di stupide voci e di falsi annunci, di fantomatici quanto inconcludenti mister Bee e mister Pink, forse qualcosa di grosso che riguarda il Milan accadrà davvero, ma senza i suddetti personaggi dal cognome corto.  A quanto pare una cordata di dieci imprenditori cinesi è seriamente intenzionata ad acquistare il club rossonero. Un’operazione che, se avallata da Berlusconi, porterà quest’ultimo a diventare, gradualmente, prima presidente onorario e poi semplice tifoso della squadra di cui per 30 anni è stato il proprietario – padrone. Tutto potrebbe concretizzarsi entro luglio. Si parla di 300 milioni per una percentuale tra il 60 e il 70%  e una valorizzazione di circa 500 milioni, non comprensiva dei debiti.

Se tutto si tramuterà in realtà, si tratterà di una vera e propria rivoluzione, perchè, udite udite, arriverà un nuovo amministratore delegato al posto del discusso e discutibile tandem composto da AG e BB, sul quale ognuno sembrava pedalare in direzioni opposte. La chiave di volta sarà la riproposizione del progetto di uno stadio di proprietà, fatto valutato di assoluta importanza per consolidare i ricavi. Del resto non ci vuole certo un genio per capirlo, basta guardare ad altre realtà italiane, per non parlare di quanto accade fuori dai confini nazionali, dove il discorso è perfino amplificato.

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