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Le pagelle finali 2020-2021: la difesa

DiEgidio

Giu 19, 2021 #Gabbia, #Kjaer, #Tomori
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Kjaer

CALABRIA – MEDIA VOTO 6,5 È al top della prestazione in ben 8 occasioni (Spezia, Parma, Juventus, Torino Coppa Italia, Atalanta due volte, Roma, Cagliari) nelle quali porta a casa un bel 7 rotondo, mentre soltanto in 3 occasioni va sotto alla sufficienza. In ben 13 occasioni porta a casa almeno la sufficienza segno di una continuità di prestazioni nell’arco di tutta la stagione non indifferente. L’esordio è promettente perché osservo che “Sta proseguendo nella fase di rinascita, adesso ci aspettiamo la crescita definitiva”. In effetti nel corso della stagione saranno molte le partite nelle quali esibisce o una “Prestazione di sostanza” o una “…matura e sostanziosa, impreziosita da un bel assist”, oppure gioca una “…partita di sostanza, solidità e compattezza”. Pertanto, possiamo dire che per Davide sia stata una stagione di crescita complessiva, soprattutto per quello che era stato in passato il suo tallone d’Achille e cioè la fase difensiva. Spesso nei suoi confronti ho utilizzato espressioni come: “Molto attivo ma anche attento in fase difensiva”;“Morde le caviglie come mai visto in passato proseguendo nel suo percorso di rinascita”; Gioca con “attenzione nel fronteggiare il veloce Spinazzola”, “Tiene bene nella linea a 4, scappando all’indietro al momento opportuno”, “Ha imparato la diagonale difensiva, alleluia”. Ciò nonostante non si dimentica di saper anche attaccare fornendo un discreto contributo sotto forma di assist perché quando può “Spinge con continuità…”, “…aumenta il raggio di azione e palla al piede conduce in autonomia conquistando spazio in avanti e facendo rifiatare la squadra”, “Serve per il raddoppio al minuto 52”, Pioli lavora su di lui soprattutto sotto l’aspetto dell’atteggiamento e alla fine ha ragione perché “La sua prudenza fornisce equilibrio e tranquillità alla squadra”. Resta ai box un mese causa intervento al menisco, ma rientra in tempo per il rush finale e gioca contro Boga “limitandone le vivacità e confondendone le idee”. Speriamo che “Il Calabria lento e svagato è ormai un brutto ricordo” dell’ultima partita sia un buon viatico per i prossimi e più difficili impegni.

KJAER – MEDIA VOTO 6,5 È al top della prestazione in 2 occasioni (Benevento ed Atalanta) quando porta a casa un7,5. Nel suo score personale troviamo il voto 7 in 6 occasioni e in altrettante volte ilvoto 6,5, segno evidente di una continuità di rendimento raramente riscontrabile. In 3occasioni soltanto, e di pochissimo, non prende la sufficienza. Un paio di uscite anzitempo causa infortunio ne fanno un elemento da gestire conattenzione sotto l’aspetto fisico tant’è che a volte Pioli interviene e “gli risparmia il finalepreservandolo come una reliquia” oppure lo fa uscire “…all’intervallo per precauzione”.Di lui mi hanno impressionato l’atteggiamento e la serenità mostrata in ogni occasionetanto che “sembra persino non sudare” quando gioca, oppure quando “Guida la difesagiocando con la consueta leggerezza d’animo”. I riflessi positivi di tutto ciò sono evidenti tanto che la squadra “…ne beneficia sottol’aspetto della tranquillità e dell’organizzazione…”Sotto l’aspetto tecnico sebbene non sia velocissimo, riesce a sopperire facendosi trovaresempre ben posizionato così da poter intervenire con efficacia. Sviluppa e consolida con Tomori una approfondita forma di collaborazione tecnico-tattica, avendo i due caratteristiche differenti che però si integrano alla perfezione. Infattiosservo spesso che “Col compagno Tomori al fianco appare rinfrancato” oppure che è“…vigile in coppia con Tomori”, che “Da libero all’antica copre lo spazio alle spalle diTomori”, che “lui e Tomori rappresentano lo zoccolo duro di chi non molla e nontradisce”. Si ripartiscono i compiti tanto che “Tomori fa la parte del poliziotto cattivo, lui di quellomeno cattivo”, e l’avversario di turno viene “preso in mezzo con Tomori” sicché “incombutta, con Tomori concede all’Atalanta meno del minimo sindacale e solo con tiri dafuori area”. Insomma, possiamo dire che è nato veramente un sodalizio efficace. Il buon Simon però non disdegna spingersi in avanti e quando lo fa è pericoloso, tanto che“Colpisce la traversa di testa su angolo al minuto 18”, “la traversa di testa su angolo delminuto 26 grida ancora vendetta”, “Guida l’assalto del secondo tempo e mette ilcapoccione per il pari nel recupero”. Fornisce “due assist, di piede al minuto 9 per il vantaggio di Ibrahimovic e di testa al minuto 56 per il pari di Diaz”. Nel corso della stagione, indipendentemente da chi ha avuto al fianco, è stato in grado difornire un contributo tecnico, di atteggiamento e di esperienza di altissimo profilo. Giunto anche lui a Milanello, come altri del resto, preceduto da sorrisetti di scherno e dauna immotivata aspettativa di fallimento annunciato, ha invece saputo zittire tutti sul campo e con i fatti risultando sempre decisivo.

KALULU – MEDIA VOTO 6,0 È al top della prestazione in 2 occasioni contro il Sassuolo e il Torino in Coppa Italia. Raccoglie l’insufficienza non grave in una sola occasione collezionando altre 8 occasioni con la sufficienza o sopra. Per tre volte entra a cose fatte, più o meno. Anche lui “arrivato a Milanello tra gli sberleffi e l’ironia diffusa dei laureati in calciomercatologìa applicata”, rivela sorprendenti doti complessive ma soprattutto di maturità “non sfigurando per personalità e spirito di iniziativa”, emergendo quale elemento ”…di ottima prospettiva considerata l’età e i mezzi tecnici messi in mostra”, e “Chiamato ancora una volta a giocare nel mezzo non fa rimpiangere Kjaer. Feroce sull’uomo, puntuale nei recuperi”, giocando spesso di “…personalità, precisione, lucidità negli interventi”. Le sue doti sono “Scatto bruciante, falcata felina, capacità di recupero…”, ed è stato anche “Aggressivo e propositivo palla al piede (talvolta anche troppo)”. Palla al piede, “…evidenzia la personalità già mostrata in passato” e “sino a che resta in campo, dispensa personalità da veterano”. Ha dimostrato di poter giocare sia in mezzo che sulla fascia. Vale per lui il discorso fatto per Gabbia perché ha molto margine di miglioramento e se avrà pazienza ed accetterà il ruolo che ha avuto in stagione può costituire ottimo completamento per il reparto difensivo vista la sua duttilità.

GABBIA – MEDIA VOTO 6,0 È al top della prestazione in 2 occasioni, contro il Celtic e la Sampdoria, dove porta a casa il 6,5. Nelle altre 6 apparizioni stagionali non demerita riportando sempre almeno la sufficienza. Inizia bene, in quanto “Gioca semplice ma se serve non tira indietro la gamba. Per partite di questo livello va più che bene, il resto lo vedremo” e “…annusa la partita e ostenta sicurezza. Molto attento non soffre più di tanto”.  Specie contro gli scozzesi “nel marasma Fantozziano dei primi 20 minuti, lui, veterano in pectore, non smarrisce lucidità “. Si dimostra spesso “attento e preciso nella marcatura”. Contro il Parma purtroppo si fa subito male e lo rivediamo dopo lungo tempo, in casa contro il Napoli, quando nonostante la lunga assenza non demerita e “…tutto sommato non male”. Contribuisce fattivamente al conseguimento del risultato a Parma, perché “in area piovono palloni che Dio li manda e lui sgomita e si agita per disturbare in ogni modo gli spilungoni locali”. Serio e disciplinato, a mio avviso ha molto margine di crescita. Vedremo se accetterà il ruolo o se invece pur di giocare chiederà di entrare in qualche giro di mercato. Se resta, può rappresentare una valida alternativa nel reparto difensivo specie contro squadre della parte destra della classifica.

ROMAGNOLI MEDIA VOTO 5,95 È al top della prestazione in 5 occasioni quando porta a casa un 6,5. In 3 occasioni non raggiunge la sufficienza cosa che accade invece in altre 6 occasioni. Annata complessivamente difficile per il leader silenzioso e lui lo sa benissimo. Parte in ritardo causa infortunio e non riesce a dare continuità al suo percorso di crescita tecnica. Il mio primo commento è quello che paradossalmente definirà la sua stagione “luci ed ombre”. In aggiunta, l’inattesa esplosione di Tomori lo relega in un angolino tanto che lui “non gioca sereno e si vede”. Conferma sia i suoi punti deboli quando “Soffre fisicamente Dzeko”, “soffre la velocità di Politano e poi il fisico bestiale di Petagna”, e infine “…esibisce il suo difetto principale, l’1 vs 1”, sia le sue qualità migliori perché è “Dotato di ottimo senso della posizione e conseguente intelligenza tattica, rende meglio difendendo di reparto, ma guai a lasciarlo solo” e anche quando “…se non si fa attrarre nel “1-vs-1” emergono le sue qualità tecniche e di scelta giusta della posizione”. Nel finale di stagione “si riscatta nel momento più difficile. È apparso molto concentrato e responsabilizzato” contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo finale. Non credo che gli convenga andare via, soprattutto adesso. Una possibilità ci sarebbe stata se Mihajlovic (il suo mentore dai tempi della Sampdoria) fosse andato alla Lazio. Deve crescere e la prossima stagione sarà decisiva. Lui lo sa benissimo.

THEO HERNANDEZ MEDIA VOTO 6,75 È al top della prestazione a Torino, sponda granata, quando riporta un bel 8. Poi rubrica un 7,5 contro il Parma e in altre 2 occasioni porta a casa un 7. In ben 15 occasioni prende almeno 6, però in 8 occasioni è sotto la sufficienza, incluso il 4,5 della partita con la Sampdoria. Gioca molto, perché Piolo lo considera (giustamente) uno dei titolarissimi. Risulta spesso determinante con le sue accelerazioni devastanti che si concludono spesso con esito favorevole. Possiamo però dire che la sua stagione è stata contrassegnata da “…azioni bellissime e travolgenti ma anche di errori elementari”. Possiamo identificarne bene sia i pregi che i difetti. Fornisce un ottimo contributo in fase di realizzazione, serve assist ai compagni, conquista spesso punizioni e carica di falli l’avversario che non riesce a ostacolarne l’azione travolgente in campo aperto. Quando parte palla al piede, accade sempre qualcosa. Di lui annoto che “è straripante”, che risulta “Immarcabile a campo aperto, viaggia a velocità tripla rispetto agli avversari”. Spesso viene fuori quando gli altri calano, alla distanza, infatti “prende progressivamente ritmo e velocità approfittando dell’inevitabile calo di attenzione degli opponenti”. Le altre squadre cominciano a temerlo. E a prendere provvedimenti. Spesso “è attorniato dagli avversari che raddoppiano e triplicano su di lui inizialmente non riesce a distendersi come vorrebbe”, capita che sia in una “serata da bloccatissimo, forse la Municipale gli ha messo le ganasce”, o che “più lui sta bloccato, più vuol dire che gli avversari lo temono, “Il nemico di turno lo conosce e lo teme”. Quando succede ciò viene relegato sull’out perché “Bloccato, francobollato, controllato, raddoppiato…”. Detto dei molti pregi, passiamo ai difetti. Se in fase offensiva è stato determinante, la fase difensiva ha rappresentato spesso il suo tallone d’Achille, perché esordisce con “…una leggerezza su una palla che porta al tiro Messias”, incappando a volte nella “serata storta nella versione “difendo-poco-e-male”. Queste situazioni, peraltro, si ripetono periodicamente: “Nel corso dell’incontro riemerge però qualche leggerezza in fase di palleggio e di contrasto dell’avversario”, “Sarebbe perfetto se riuscisse ad eliminare quella sensazione di leziosità che ogni tanto riaffiora nella gestione della palla e nel primo dribbling”, manifesta inoltre “Qualche eccesso nel tentare il dribbling anche quando non dovrebbe gli fa commettere altrettanti piccoli errori in uscita”, e denota “…sbadataggine e deconcentrazione”. Se ha intenzione di diventare il miglior terzino al mondo queste situazioni se non possono proprio essere eliminate, devono essere ridotte al minimo.

TOMORI MEDIA VOTO 7,0 È al top della prestazione contro la Roma, quando porta a casa un bellissimo 8. Poi una sfilza di 7 (in ben 10 occasioni). Ha un passaggio a vuoto, come del resto tutta la squadra tra Sassuolo e Lazio ed in altre 6 occasioni è sufficiente o più. Anche lui accolto con (molto) beneficio del dubbio dai cosiddetti “specialisti di mercato” durante il mese di gennaio, dei tre arrivati alla corte di Pioli in quel periodo si è rivelato un vero valore aggiunto. Compare come d’incanto nel derby di Coppa Italia (fine gennaio) per l’infortunio a Kjaer e da lì in poi non esce più sino a maggio. Si impone da subito “perché ringhia e morde le caviglie a tutto campo, mostrando belle doti di rapidità”, si inserisce subito nei meccanismi difensivi e “Sembra giochi con questi compagni da sempre, non tradisce emozione, il piede è tosto, l’aggressività a tutto campo è tanta”. Difensore implacabile nell’uomo contro uomo “c’è, di testa e di piede. Puntuale nelle scelte di tempo nell’anticipo, mostra di provenire da una realtà tecnica di valore”. Si impone perché “È il difensore veloce che ti permette di tenere alta la linea. Da non togliere e soprattutto da riscattare”. Fa incetta, con la testa e con i piedi, di chiusure difensive, interventi, deviazioni, palle rubate, contrasti vinti. Inoltre, “…non protesta mai e questo (forse) gli arbitri lo apprezzano”, tanto che termina la stagione con la fedina penale immacolata. Si fa notare anche come iniziativa e personalità perché “Non perde mai la calma con la palla tra i piedi e amministra bene la profondità che concede”, ed “Anche quando intorno a lui perdono tutti palla, non sbanda e resta razionale e lucido, mai spaventato o pauroso”. Suggella questo suo esordio alla grande a Torino, sponda Juve, quando “Svetta vincente sulla punizione di Calhanoglu al minuto 86”. Anche lui è umano ma “sbaglia solo ciò che serve per le statistiche e per dimostrare l’antica teoria che nessuno è perfetto”. Soprannominato il Ministro della Difesa, appare “…ossessivo come uno stalker, asfissiante come il caldo all’Equatore, una sorta di martello pneumatico…”, dopo di che “Lancio una colletta per racimolare i famosi due spicci necessari al suo riscatto”. E per fortuna vengo ascoltato.

DALOT MEDIA VOTO 5,90 È al top della prestazione contro il Parma quando rubrica un bel 7 mentre tocca il fondo contro la Fiorentina ricevendo un 4,5. In mezzo 15 occasioni in cui riporta la sufficienza che, al contrario, non consegue in altre sole 2 occasioni. Difficile dare un giudizio definitivo e “l’individuazione del suo vero valore tecnico resterà per sempre un mistero. Lo danneggia il fatto di giocare poco, infatti “Paga la poca dimestichezza con i compagni e la limitata attitudine al lavoro di squadra ed alla difesa di reparto”, ma questo anche perché “…ha un titolare troppo forte nel suo ruolo con il quale competere”. Soffre “…della scarsa abitudine a giocare e della conseguente mancanza di automatismo difensivo e comunicazione con i compagni di reparto”. Ciò nonostante, riscontra l’apprezzamento dello Staff tecnico, rappresentando una buona alternativa perchè può giocare su tutti e due i lati indifferentemente sebbene non emerga spesso per qualità delle giocate. Pioli che “deve saperne più di noi” gli dà fiducia spesso perché “Sembra uno cui poter fare affidamento in ogni occasione”. Lui ripaga la fiducia ricevuta perché “Fa il suo, che non è altro ciò che l’allenatore gli chiede” con “altra prestazione giudiziosa e preziosa per applicazione ed attenzione”. Come tutte le riserve “…comprendiamo al meglio altre sue prestazioni passate, può funzionare e dare un buon contributo solo in un contesto già efficiente di suo”. Ci viene il dubbio che “Forse dovrebbe giocare di più o forse potrebbe dare il meglio di sé (che non sappiamo ancora quale sia) inserito in un altro sistema di gioco”. Sta di fatto che a Verona marca un gol strepitoso per fattura complessiva ma lui ci smentisce subito perché “evidentemente tre partite buone di fila sono troppe e lui, dopo due, ritorna sui livelli che avevamo già visto”. In generale diventa “…difficile valutarlo seriamente tenuto conto delle montagne russe di rendimento che frequenta”. Nella partita di Firenze “Suo il fallo su Castrovilli che determina il gol del pari. Bissa l’errore al minuto 24 con un pallone orizzontale immediatamente intercettato” e non solo. A Parma entra nel finale e “Ha un ottimo impatto sulla partita recuperando tre palloni nel 1 vs 1”, poi “fa la cosa più bella della stagione nel momento più delicato, piazzando 60 metri di corsa da un’area all’altra e servendo Leao per il K.O. finale”. Partendo prevalentemente dalla panchina contribuisce fattivamente alla conquista del 2° posto quando viene collocato nella posizione che forse più gli si addice, cioè alto a destra dove effettua “…cross da ala destra vecchia maniera”, si esibisce in “Un doppio passo alla Biavati in faccia ad Alex Sandro…” oppure “si permette un colpo di tacco al minuto 77 e crossa nell’azione del settimo gol” e in ultimo, a Bergamo, “sgassa e impenna per il cross che porta al rigore del raddoppio”. È pur sempre un Nazionale Under 21 Portoghese nonché di proprietà del Manchester United. Questo, la giovane età e un anno di conoscenza dell’ambiente potrebbero far pendere dalla sua parte la bilancia per un rinnovo della sua permanenza, ove l’onere finanziario tuttavia si dimostri sostenibile.


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A breve anche gli altri reparti. Tornate a leggerci sul sito!

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