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Milan – Verona, un grido di dolore

DiEgidio

Dic 14, 2015 #De Jong
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de jongIl Milan sbatte contro i grintosi ed ordinati (e basta) scaligeri, sbatte anche sull’arbitraggio e resta con le gomme bucate. La bassa classifica ci tarpa le ali. Dopo il Carpi, altri due punti persi contro il Verona, super candidato alla serie B. Per un totale di 4 punti, che se messi in saccoccia, ci avrebbero regalato un attico con vista sul secondo posto e la Champions League. E domenica, ci aspetta il Frosolone incavolatissimo…

Mastro Sinisa si scopre amante del vintage e rispolvera, Dio solo sa perché, De Jong, mettendo un recuperatore di palloni accanto ad un recuperatore di palloni (Montolivo), perché come diceva la pubblicità di una famosa marca di gelati, “du is megl che uan”. Non contento, il Mister rivela le sue fantasie sadomaso rimettendo (ancora…) Niang esterno, stavolta a destra, come se la bella partita fatta dal francese contro la Sampdoria non fosse mai esistita.

E via così, tanto per farsi del male da soli. Quando però, tutto sommato, sembrava fatta, e Bacca l’aveva messa, De Jong tampona Greco in area, rigore ed immancabile rosso e da lì è solo grinta e volontà.

Anche in questo caso, memori delle passate esperienze, magari è un punto guadagnato.

 

COSA HA FUNZIONATO.

L’assenza di Kucka messo in panca per far spazio all’olandese regala i primi 20’ al Verona perché nessuno aggredisce in verticale. I gialloblù si affacciano sin troppo dalle parti di Donnarumma con qualche cross e un tiro di Viviani. Solo dopo, la squadra prova a salire di ritmo.

I SINGOLI: come sempre Bonaventura, che corre, serve e tira, peccato non la metta nel sacco ben servito da Luiz Adriano.

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COSA NON HA FUNZIONATO.

L’ennesimo cambio immotivato di formazione iniziale scompiglia ancora una volta le idee. Tempo fa, furono Suso e Nocerino, adesso De Jong. Da quando in qua si fa beneficenza gratuita?

I SINGOLI: Niang esterno appare confinato sull’out, come avevamo già visto e si incaponisce apparendo fumoso. De Sciglio ancora sempre troppo timido. Abate volonteroso e impreciso. Montolivo sbaglia qualcosa di troppo e si innervosisce. De Jong stralunato e fuori ritmo, completa l’opera facendosi buttare fuori. Basta e avanza.

Se si doveva cambiare, il cambio doveva essere fatto nell’ottica della conservazione delle certezze. Cerci doveva riposare (ma di che, poi?), sempre meglio Honda, per caratteristiche e perché aiuta in mezzo al campo.

Non gioca Kucka? Dentro Poli, perché almeno scatta e corre, ma in avanti.

Ennesimo peccato di presunzione e occasione sciupata. E stiamo perdendo il conto. In aggiunta, non siamo fortunati: il signor giacchetta nera di turno non si accorge della spallata su Bonaventura e il suo collaboratore di linea ferma due azioni regolarissime conclusesi poi in fondo alla rete.

Come se non bastasse, avete notato che i colleghi dell’uomo col fischietto da diverse giornate si accorgono che i Genoani allargano i gomiti, e di conseguenza, li buttano fuori? Tutti, tranne Tagliavento da Terni che invece di Pavoletti buttò fuori Romagnoli.

I campionati si perdono anche così, ma fortuna e prestigio bisogna conquistarseli.

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