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Protagonisti: il comandante Nigel De Jong

DiMirko

Gen 2, 2015 #De Jong
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AC Milan v FC Internazionale Milano - Serie AUno dei migliori del 2014, uno dei più presenti e di certo l’ultimo ad arrendersi nei momenti negativi (e quanti ne abbiamo vissuti durante gli ultimi anni…). Chiamato comandante per via del suo saluto militare sotto la curva dopo i suoi gol, arriva al Milan nell’agosto del 2012. Cresciuto nelle giovanili dell’Ajax, debutta a 18 anni con i Lancieri con cui colleziona 14 gol in 126 presenze vincendo Eredivisie e Coppa d’Olanda. Nel 2006 si trasferisce all’Amburgo dove lascia il segno soprattutto per il gol segnato ai rivali del Bayern Monaco all’Allianz Arena che decreterà la prima sconfitta dei bavaresi tra le mura amiche nel nuovo stadio. Tre anni dopo De Jong viene acquistato dal Manchester City (giocatore olandese più pagato della storia con 15 milioni di sterline) dove diviene un punto fermo del centrocampo dei Citizens oltre che l’idolo dei tifosi. Col tempo il nostro Nigel comincerà a diventare famoso per le sue entrate a dir poco durissime, tra le quali si ricordano ancora quella al centrocampista statunitense Holden, quella a Ben Arfa (che gli causerà una frattura di tibia e perone) e soprattutto l’entrata in stile kung fu su Xabi Alonso durante la finale dei Mondiali 2010. Purtroppo le etichette sono difficilissime da togliere, per cui ancora oggi l’olandese viene visto più come un macellaio che come un giocatore che dà anima e corpo per la propria squadra, qualsiasi essa sia. E non è un caso che gli basta poco per diventare idolo delle tifoserie: è sempre l’ultimo a gettare la spugna, e a dichiararsi sconfitto. Peccato solo che De Jong sia arrivato in rossonero nel momento peggiore degli ultimi trent’anni. 

Sulle braccia due grandi tatuaggi (una delle sue grandi passioni): uno dei guerrieri Maori a destra, uno indonesiano che simboleggia forza e potenza a sinistra, spiegano in forma d’arte la personalità e le caratteristiche di questo ragazzo che ricordiamo più per il gol sotto la Sud nel derby che per i suoi cartellini gialli.

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