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Viva l’entusiasmo!

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entusiasmoFra le tante cose di cui il Milan si è dimostrato carente, ce ne sono due che fanno la differenza ad ogni livello e senza ombra di dubbio incidono profondamente anche in serie A: l’atteggiamento e l’entusiasmo. Guardate le facce di molti nostri protagonisti, vecchi e nuovi: siamo passati dagli interminabili sbuffi di Balotelli a quelli di Fernando Torres, Cerci, Muntari and company. Non solo le qualità tecniche di molti dei protagonisti in campo non sono adeguate alla situazione, ma questi personaggi che non vogliamo definire strapagati, ma possiamo senz’altro definire ”pagati bene”, si permettono anche di esibire un atteggiamento sbagliato e controproducente nei confronti della squadra. E così sbattono bottiglie per terra o contro la panchina, fanno smorfie, sbuffano, si chiedono perchè non giocano la domenica o il perchè di una sostituzione, si lamentano del modulo poco adatto alle loro caratteristiche e del poco spazio finora avuto, magari neanche per bocca loro, ma attraverso la comoda voce del loro procuratore. O la voce dei social network, comoda anche quella.

Andiamo invece a vedere le basi su cui sono state costruite squadre come l’Empoli: tutto è fondato su una voglia di cooperare, un entusiasmo un’umiltà e uno spirito di squadra eccezionali. La stessa consapevolezza di essere fortunati protagonisti di una vetrina importante come la serie A è più che sufficiente per far scattare nella testa il pulsante del ‘‘ora devo mettercela tutta, devo sempre dare il 100% perchè questa è la mia occasione”. Qualità prima di tutto morali che in sinergia con la voglia di correre e sacrificarsi fanno sì che si possano ottenere risultati di tutto rispetto, malgrado le non certo grandi risorse economiche a disposizione della società. Cosa diversa è per un giocatore a fine carriera che giocando nei migliori top club europei ha già calcato i campi di mezzo mondo, vincendo tutto. Lui è già ”arrivato” e sta per chiudere il negozio. Cosa vuoi che si impegni al 100%?

Allora non stupiamoci se uno come M’Baye Niang va a finire al Genoa e poi dichiara: “Qui c’è un’altra mentalità, tutto è diverso, si difende tutti insieme e si attacca tutti insieme, al Milan non era così”. Ahinoi, è fin troppo evidente che al Milan non sia così ormai da anni. E’ proprio l’entusiasmo, lo spirito costruttivo, l’altruismo, la voglia di aiutarsi e di perdonarsi in fretta gli errori che permettono di creare l’atmosfera ideale affinchè ogni singolo giocatore possa rendere al meglio. Per questo Niang sta riuscendo ad esaltare le sue doti.  “Dal primo giorno ho trovato un grande spirito di squadra. Per me era quasi un obbligo dare subito il massimo” – dice ancora Niang.

Mister Inzaghi non è mai riuscito ad ottenere nulla di buono da Niang, ora sta facendo lo stesso con Suso, che neppure prova a mettere in campo. Ma allora in cosa è bravo Inzaghi? Perchè queste cose, ovviamente, riusciremmo a farle anche noi o il nostro macellaio. E’ facile, basta non far giocare un giocatore affinchè questo non combini nulla di buono. Non è necessario nessun tesserino o corso di Coverciano per far ciò. Se essere il tecnico del Milan significa far giocare i calciatori tecnicamente meno dotati, perchè non si riesce a mettere bene insieme quelli più dotati, allora l’allenatore poteva essere anche Gigi il carrozziere o Antonio il paninaro. I risultati sarebbero stati gli stessi finora avuti da Inzaghi.

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