Gattuso, il vero condottiero rossonero!

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Lo scorso 27 ottobre pubblicai un articolo in cui scrissi che il Milan si stava trasformando nell’Inter a causa di una nota tendenza, ossia l’avvicendamento continuo di un gran numero di allenatori sulla panchina rossonera. Gran parte dell’epopea Berlusconi è stata segnata da tecnici che sposavano un progetto agli albori e lo portavano avanti per più stagioni. Basti pensare a Sacchi, Capello, Ancelotti e Allegri. Con l’esonero però dell’allenatore livornese, si è rotta quella tradizione e, nel giro di pochi anni, un gran numero di tecnici ha allenato la squadra rossonera. Ciò che per anni era stata un’eccezione, sembrava si fosse trasformata in regola.

Gattuso in più di un’occasione quest’anno è stato vicino all’esonero, o per lo meno, ripetutamente sono stati scritti titoli come “la prossima partita è la sua ultima spiaggia” oppure “se perde anche domenica lo cacciano”, etc. Nonostante tutte queste voci, Ringhio si è sempre salvato riuscendo ad uscire dalle non facili situazioni di crisi. Ha combattuto contro infortuni, squalifiche, giocatori scontenti, voci di corridoio, eppure ne è uscito, dimostrando ancora una volta la sua natura coriacea e arcigna, per la quale lo abbiamo per anni ammirato in campo. Qualche errore lo ha commesso, è innegabile. Errori di formazione, cambi sbagliati, tattiche rivedibili, ma, del resto, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. E’ rimasto in sella e con lo spirito del lavoro, della dedizione alla causa, dell’applicazione continua, della serietà è stato in grado di trasformare il Milan in una vera e propria squadra con dei giocatori che remano tutti in un’unica direzione.

Se togliessimo l’eliminazione dall’Europa League, unico vero neo stagionale, ad oggi daremmo, senza alcun dubbio, un voto positivo alla stagione rossonera. Dopotutto siamo in semifinale di Coppa Italia, siamo al quarto posto a pochi punti dal terzo e abbiamo giocato una finale di Supercoppaitaliana al pari con la Juventus, penalizzati, e anche troppo, dalla traversa di Cutrone sullo 0 a 0 e dall’arbitraggio che tanto ci ha tolto. Onore quindi a Gattuso e un applauso anche alla nuova dirigenza rossonera che, nonostante in alcuni periodi i risultati non fossero in linea con quanto programmato e sperato, ha voluto pazientare e concedere credito e fiducia all’allenatore calabrese. Forse perché ha capito che solo una persona come Ringhio,seppur non nel giro di poco, avrebbe potuto trasmettere a tutta la squadra quei valori e quelle sensazioni che fanno parte del DNA rossonero. Solo una squadra che combatte e che lotta (e che vince) è degna di chiamarsi Milan.

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