Fifa e Uefa, un minestrone di doping, soldi e scandali

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blatter.fifaFra i recenti scandali doping dell’atletica leggera e gli arresti di alti funzionari Fifa corrotti (ne sono stati arrestati più di una quindicina nel corso di una recentissima operazione in Svizzera) il mondo dello sport, diciamo la verità, non se la sta passando affatto bene.

La massima organizzazione non governativa mondiale, che risponde al nome di Fifa, è con entrambi i piedi nelle sabbie mobili della corruzione e si ha la sensazione che la faccenda che la riguarda non sia per niente finita: il ministro della Giustizia statunitense, Loretta Lynch, ha infatti affermato che “gli altri colpevoli che attualmente restano nell’ombra e sperano di sfuggire non dovranno aspettare molto. Non riusciranno a farla franca.”

Blatter e Platini sono ora sospesi dalle loro funzioni, e stiamo parlando dei vertici delle due massime organizzazioni calcistiche mondiali. Rischiano entrambi la radiazione. Con ogni probabilità nei prossimi mesi sentiremo ancora parlare di gestione fraudolenta e appropriazione indebita, forse verranno fuori anche altri reati non ancora scoperti. In mezzo a così tanta melma, è ancora il caso di parlare di valori e lealtà sportiva? Pensate che l’ultimo premio fair play Uefa è stato vinto dalla federazione dell’Olanda, i cui tifosi si sono resi responsabili di gravi incidenti a Roma e a Rotterdam..

La Uefa è protagonista di un altro episodio inquietante, accaduto a metà settembre, nel prestigioso contesto della Champions League: la Dinamo Zagabria sconfigge l’Arsenal per 2-1 in una partita del gruppo F della manifestazione, però viene fuori un caso di doping per un giocatore della Dinamo, Arijan Aremi. Risultato positivo al test antidoping, Aremi è stato squalificato per quattro anni, con il risultato della partita ugualmente convalidato. Ovvia l’ira degli inglesi ed eloquenti le parole del tecnico Wenger: “Non si può dire ‘ok’, avevano un giocatore dopato e poi confermare il risultato. Questo significa che, fondamentalmente, il doping viene accettato”. Ma le norme Uefa prevedono proprio questo: se solo un atleta risulta positivo al test, il risultato può essere convalidato. Inconcepibile ma vero.

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