Un delitto quasi perfetto
Il 4 marzo 2015 intitolavo emblematicamente un mio articolo: “Avere Suso e non farne uso” (rileggilo). Che sia stato il migliore del Milan nella stracittadina non ci sono dubbi. Avrebbe potuto essere il killer della partita se non fosse poi arrivato in extremis il (meritato) pareggio dell’Inter. Il Milan, giocando male ma non malissimo, per due volte è stato in grado di pugnalare i più intraprendenti nerazzurri. Con cinismo, efficacia e scaltrezza. Questo malgrado l’avvio choc dei giocatori di Montella, che per mezzora sono rimasti fermi a guardare il palleggio dell’Inter. La svolta è probabilmente arrivata in coincidenza con l’infortunio di Medel. Dopo la sostituzione messa forzatamente in atto da Pioli, il Milan ha cominciato a rendersi pericoloso, concretizzando il vantaggio con un bellissimo gol del giovane Suso. Peccato poi per il repentino pareggio dei cugini (meraviglioso gol di Candreva). Ma avere in squadra un giocatore dal talento così cristallino, consente di poter scagliare più di una freccia verso la porta avversaria, ed ecco che al 13′ della ripresa arriva il raddoppio rossonero, grazie a una stupenda iniziativa personale di Suso: dribbling e gol, tutto realizzato con impressionante freddezza. A tutti gli effetti un ko psicologico per gli uomini di Pioli, tanto più sottolineato dal sontuoso salire il cattedra di Bonaventura e Locatelli. Insomma, a quel punto il delitto perfetto era compiuto. Solo l’estrema tenacia dell’Inter ha impedito ai ragazzi di Montella di balzare al secondo posto della classifica. Sappiamo bene che probabilmente era giusto che finisse così. Che peccato, però.
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