Per l’attacco sempre viva la suggestione Ibra: i motivi del sì e del no al suo acquisto
È sempre forte l’attesa di tutti i tifosi rossoneri per la classica ciliegina sulla torta dopo un mercato rossonero fatto di colpi su colpi. È innegabile in questo momento che al Milan serve un attaccante come il pane, un bomber che possa garantire almeno 20 gol, un campione di personalità e tecnica che sia in grado di far fare il vero salto di qualità alla squadra. La ricerca non pare affatto facile: i giocatori sondati sono molti, ma nessuno di questi sembra orientato a vestire la maglia rossonera. Belotti è chiuso da una clausola di 100 milioni, Diego Costa ha ormai già la testa a Madrid, Morata è passato al Chelsea, Aubameyang pare sia destinato a rimanere a Dortmund. Con Kalinic che comunque potrebbe arrivare, ecco che in lizza rimane prepotentemente Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese potrebbe realmente fare al caso del Milan? Vediamo perché sì e perché no.
Entusiasmo a parametro zero – Di certo il bomberone tornerebbe volentieri a Milano, anzi pare si sia lui stesso proposto a garanzia di uno stipendio di 7 milioni circa. L’entusiasmo di tifosi e compagni di squadra sarebbe alle stelle con lui, che riesce sempre a trasformare in positivo il club in cui milita. Altro motivo per nulla secondario è che, dopo l’esperienza conclusa al Manchester United, non sarebbe necessario sborsare un euro per il suo cartellino. Inoltre non pare che ci siano club fortemente interessati a lui, a parte i Red Devils stessi.
Tenuta fisica – Il grande dubbio che attanaglia il Milan è di certo la sua tenuta fisica: dopo il grave infortunio al ginocchio destro dello scorso anno, nessuno può garantire che tornerà lo Zlatan di prima, soprattutto tenendo conto i suoi quasi 36 anni. Ingaggiarlo con uno stipendio così alto rappresenterebbe davvero un rischio altissimo che il Milan non può permettersi: sbagliare la scelta del bomber potrebbe complicare non poco la corsa alla Champions League.
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