Qui si fa il Milan o si muore!
Ieri abbiamo assistito all’inaugurazione di Casa Milan, ciò che sarà la nuova sede della società e dovrebbe essere il punto di riferimento di tutti i tifosi rossoneri. Il museo rappresenta la punta di diamante, fondendo insieme la storia (con la mostra di tutti i trofei) con l’innovazione (il Milan è il primo club al mondo ad aver realizzato un ologramma con i suoi campioni del presente e del passato). La piazza su cui sorge Casa Milan è poi tra le più grandi di Milano, e a detta di Barbara sarà la piazza dove società, calciatori e tifosi insieme festeggeranno le prossime vittorie.
Già, ma affinché tali successi si realizzino nel più breve tempo possibile, è necessario che l’inaugurazione di Casa Milan sia l’inizio di una nuova epoca, di un nuovo ciclo basato prima di tutto su una solida programmazione. L’impressione è che attorno a tale avveniristica struttura regni l’incertezza più totale. In primo luogo il rapporto di amore e odio tra Galliani e Barbara su cui regna il distacco e il silenzio del presidente Berlusconi, ha distrutto in poco tempo ciò che prima era un riferimento per tutte le società europee. L’incertezza societaria, oltre ai numerosi errori commessi nelle varie sessioni di mercato, si sono inevitabilmente riversati sulla squadra, fatta per lo più di giocatori mediocri presi a parametro zero o con pochi spiccioli, e guidata da un allenatore preso di mira poche settimane dopo il suo arrivo e completamente isolato. In nome di un bilancio perennemente in rosso e di uno stranissimo Fair Play Finanziario, siamo andati avanti raccattando un po’ qua e un po’ là con il risultato di finire fuori dall’Europa dopo sedici anni.
Casa Milan dev’essere quindi non il punto di arrivo di una strategia di marketing, ma il punto di partenza di una programmazione seria, anche a lungo termine, ma che almeno miri a far rinascere il vero Milan.
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