Il prossimo anno sarà nuova rivoluzione?
È bastata la sconfitta di Reggio Emilia (la prima dopo due mesi) a rimettere tutto in discussione, a destabilizzare un ambiente che pareva avesse trovato una certa serenità. Eccoci dunque a subire un altro toto-allenatore, apripista di un’ennesima rivoluzione che si prepara in casa Milan dopo l’addio di Mihajlovic. La verità è che Berlusconi non ha mai digerito più di tanto il gioco espresso da mister Sinisa, fatto di compattezza, sacrificio e ripartenze veloci, e nonostante le smentite del tecnico, quasi sicuramente saluteremo il quarto allenatore negli ultimi tre anni.
Al momento tre sono i nomi dei possibili sostituti, ma siamo sicuri, fino a giugno qualche altro personaggio uscirà fuori dal cilindro. La pista più realistica sembra portare a Di Francesco, che sta guadagnando consensi ed applausi con il suo Sassuolo, costruito su un gioco propositivo e veloce, proprio ciò che cerca il presidente. Più remota l’ipotesi di una clamorosa accoppiata con Berardi, promesso sposo della Juve, e la cui valutazione si aggira al di sopra dei 25 milioni.
In seconda fila troviamo Donadoni, protagonista a Bologna di un ottimo campionato. L’ex tecnico di Napoli e Nazionale, si sa, aspetta ormai da anni una chiamata da Milanello, conosce benissimo l’ambiente, sarebbe ben voluto dai tifosi, e dalla sua avrebbe anche una solida esperienza su panchine “calde”. Peccato che Berlusconi non l’abbia mai considerato tra i papabili alla panchina, e ingaggiare una persona non gradita al numero uno porterebbe alle solite conseguenze.
Idea meno realistica quella che porta a Brocchi, tecnico della Primavera. Pare ci sia stato un incontro ad Arcore pochi giorni fa tra il patron rossonero e l’ex laziale: che abbiano parlato proprio di futuro? Un tecnico senza esperienza però potrebbe fare ben poco per risollevare un ambiente completamente alla deriva: ingaggiare Brocchi porterebbe con ogni probabilità ad un Inzaghi bis, evenienza che sarebbe meglio evitare…
Siamo dunque alle porte di un nuovo rovesciamento, di un nuovo “punto e a capo” di cui non abbiamo proprio bisogno. Lasciar lavorare per un altro anno Mihajlovic sarebbe invece la soluzione giusta per cercare di costruire qualcosa di concreto dopo anni di delusioni e fallimenti.
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