#APACF show, Fassone fa chiarezza sui numeri del mercato. Mirabelli: “Programmazione, non colpi last minute”
Termina finalmente la più incredibile sessione di mercato rossonero mai vista, fatta di voci, polemiche, discussioni, ma soprattutto tanti giocatori acquistati e tanti milioni spesi. Nessun botto finale, ma comunque possiamo legittimamente ritenerci più che soddisfatti della squadra allestita, se teniamo conto dello scadente livello tecnico raggiunto lo scorso anno. Molte polemiche dell’ultima ora sono state aizzate dall’#APACF show, una sorta di piccola conferenza stampa di fine mercato, dove Fassone e Mirabelli hanno fatto un quadro generale della situazione. Con ogni probabilità molti si aspettavano di veder annunciato un grosso nome durante tale conferenza, per cui l’entusiasmo di giugno e luglio ha lasciato spazio ad un’ingiustificata delusione.
Le cifre del mercato – Molto importanti le parole di Fassone durante la conferenza, in cui ha snocciolato prima di tutto i numeri di questo mercato. Investiti 230 milioni circa, soldi che però andranno in bilancio nel 2017-18, entrati nelle casse tra i 50 e 60 milioni grazie alle cessioni (tra l’altro non ancora concluse vista la trattativa per cedere Sosa al Trabzonspor). Le commissioni sono state mantenute al 5%, relativo a 12 milioni, mentre il monte ingaggi sarà tra i 110 e i 120 milioni. Da non dimenticare poi la trattativa estenuante che ha riguardato il rinnovo di Donnarumma, e il “quasi rinnovo” di Suso, che sarà ufficializzato a breve.
Programmazione, non colpi last minute – Parole importanti anche quelle di Mirabelli, che spiega di aver portato avanti un mercato fatto di giovani accompagnati da una spina dorsale di esperienza (Bonucci, Biglia, Kalinic), il tutto finalizzato ad aprire un ciclo a lungo termine. Il direttore non si nasconde sulla vicenda Aubameyang e sottolinea che il giocatore avrebbe vestito volentieri la maglia rossonera, ma il Dortmund ha fatto muro fino alla fine. Chiosa sul modo di agire durante il mercato: nessun colpo dell’ultima ora perché la programmazione è la cosa principale, non il sensazionalismo del nome al 31 agosto. Una frecciata alla passata dirigenza?
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