DONNARUMMA | Voto 7,0: terzo difensore centrale e all’occorrenza libero aggiunto in perfetto stile Verrou anni ’60. Impeccabile in presa o uscita alta (minuti 26, 51, 58 e 85), abbranca al minuto 65 a terra su Malinovsky. La scusa dell’attesa della Champions è terminata, rinnovi ora o taccia per sempre. |
CALABRIA | Voto 7,0: azzarda la prima uscita offensiva solo al minuto 67, perché stasera elmetto in testa e si va in trincea. Chiude su De Roon al minuto 16, poi si piazza dal suo lato e randella tutto ciò che rotola sull’erba e l’anguilla Muriel lo supera una sola volta. Il Calabria lento e svagato è ormai un brutto ricordo. |
KJAER | Voto 7,5: il Federico Fellini della difesa, il Baliano della Gerusalemme rossonera, una Giulia Bongiorno al maschile. Non va molto per le spicce chiudendo tutti i pertugi e, in combutta, con Tomori concede all’Atalanta meno del minimo sindacale e solo con tiri da fuori area. |
TOMORI | Voto 7,0: ossessivo come uno stalker, asfissiante come il caldo all’Equatore, una sorta di martello pneumatico che costringe gli attaccanti di Gasperini a girare alla larga dall’area di rigore. Termina il campionato senza ammonizioni e non avendo la risposta includiamo il fatto tra le possibili soluzioni del terzo segreto di Fatima. Lancio una colletta per racimolare i famosi due spicci necessari al suo riscatto. |
THEO HERNANDEZ | Voto 6,0: perde al minuto 28 l’ennesima palla banale della sua stagione, fatta di azioni bellissime e travolgenti ma anche di errori elementari. Sulla prima vera azione che la squadra propone appoggiandosi su di lui, nasce il rigore del vantaggio. Nella ripresa, non rifinisce al meglio una delle sue trasvolate da area ad area. |
BENNACER | Voto 5,0: che non fosse in serata lo si è visto annotando nei primi 15 minuti due errori in fase di palleggio che per lui è la materia principale. Soffre il ritmo e l’aggressività dei dirimpettai in maglia nerazzurra, sino a che Pioli è costretto a toglierlo per disperazione. |
KESSIE | Voto 9,0: il voto non è solo alla partita ma alla stagione. Onnipresente, lottatore indomito, mediano lucido e razionale, incursore efficace, alla bisogna anche centravanti d’area di rigore, rigorista al limite della perfezione. Ieri lo abbiamo rivisto nella sua versione più bella, correre per il campo a disegnare geometrie e a proporsi come riferimento per i compagni e poi, nel finale, mettersi sulle spalle mezza Atalanta che tenta di sottrargli il pallone nei pressi della bandierina del calcio d’angolo. Lunga vita al Presidente. |
SAELEMAEKERS | Voto 6,5: apre le danze al minuto 3 con un tiro dal limite meritevole di migliore fortuna. Cursore d’altri tempi, utilissimo ed infaticabile, dotato di caviglie d’acciaio e sicuramente in odore di santità per il sacrificio ed i chilometri percorsi. |
CALHANOGLU | Voto 5,0: primo esempio di trequartista in tecnologia Stealth, cioè invisibile alle difese avversarie, ma purtroppo anche alle telecamere ed al pubblico che osserva. Inutile come le sagome di cartone degli Scud di Saddam Hussein. Praticamente impalpabile, spesso in difficoltà nei contrasti, lo si vede nell’azione del raddoppio per il tiro che finisce sul braccio del difensore nerazzurro. Esaurita la scusa del campionato, vediamo cosa fa con il rinnovo. Se lui intende essere quello di stasera, ci facciamo la domanda avendo già la risposta. Speriamo, in ottica eventuale rinnovo, che non faccia un grande Europeo. |
BRAHIM DIAZ | Voto 6+: vivace e sgusciante nello stretto. Entra con qualità e precisione nell’azione del vantaggio. |
LEAO | Voto 6,0: lotta e si agita come un ossesso cercando di arpionare i palloni che gli arrivano e che non sono proprio quelli che desidera. Quelli che lui vorrebbe sono come quello che gli serve Meitè al minuto 68, lui esegue lo scavetto e becca il palo più lontano. Non segna ma sputa sangue contro un signore molto poco raccomandabile. |
PIOLI | Voto 8,0: partita tattica all’inverosimile, più somigliante ad un confronto tra scacchisti. L’avversario (che schiera il miglior attacco del campionato) è prevalente nella gestione della palla e nell’iniziativa ma poco produttivo soprattutto per merito nostro. Come in altre occasioni, la squadra si chiude e subisce nella consapevolezza di doverlo fare, senza lamentele, piagnistei o isterismi, ma con lucidità. Quando poi l’occasione lo permette avanza e colpisce. Stasera serviva soprattutto la testa e così è stato, serviva non fare errori da matita rossa e così è stato. Nel giro di 16 mesi siamo passati da uno 0-5 ad un 2-0 nello stesso luogo e contro lo stesso avversario, a suggellare una stagione oltremodo positiva per la qualità del gioco esibita e che si conclude con il vero risultato da conseguire. Francamente, non so se sarebbe stata più delusione o fallimento, so per certo che un’altra stagione senza Champions sarebbe stata insopportabile dopo il bel campionato fatto. Adesso con le maggiori risorse finanziarie disponibili ci sono le premesse per innescare un circuito virtuoso e dare l’assalto al vertice, ovunque esso si trovi. Il Mister, da gran Armonizzatore, al suo arrivo ha trovato un ambiente più simile ad una strada di Baghdad dopo i bombardamenti che ad una squadra di calcio. Ha lavorato sulle gambe ma soprattutto sulla testa dei giocatori, mettendo a posto tutto ciò che poteva sistemare. Per far sì che l’effetto che ne è derivato non svanisca servo ingaggiare tre giocatori di livello superiore, soprattutto nella metà campo offensiva, per alzare la qualità media del gruppo e costruire un’alternativa valida al 4-2-3-1 che è stato l’unico sistema di gioco efficacemente praticabile. Serve eliminare definitivamente ogni possibile occasione di disturbo chiudendo in breve le questioni dei rinnovi. Nel frattempo, assodato che ormai da mesi non si parla più di Settlement Agreement, di bilanci, di ricavi, di Fair Play Finanziario, finalmente possiamo tornare a studiare calcio internazionale nell’attesa che qualche altra bella notizia ce la porti l’UEFA. |
KRUNIC | Voto 6,0: l’uomo buono per ogni ruolo e per ogni occasione anche stavolta trova il suo spazio. |
MEITE’ | Voto 6,0: entra benissimo in partita e serve a Leao la palla del raddoppio con una rifinitura degna del miglior trequartista. |
MANDZUKIC | Voto 6,0: entra con il compito di conquistare falli preziosi a suon di gomitate e quello fa. |
DALOT | Voto 6,0: sgassa e impenna per il cross che porta al rigore del raddoppio. |