Autumn coach contest 2025. The winner is…

Spread this article

Ottobre è servito a due cose. Innanzitutto a sancire che l’Italia sarà costretta a giocare gli spareggi per continuare a sperare di poter arrivare al Mondiale di calcio. In più, questo mese è stato utile per stabilire un record. Mai nella storia del campionato italiano di serie A a 20 squadre si erano registrate così poche reti in una giornata. La settima giornata della massima competizione nazionale ha infatti totalizzato 11 gol. Quattro splendidi 0-0 inclusi nel prezzo. Entrambi gli eventi equivalgono a una sconfitta per il calcio italiano, questo è quello che io penso. In tutta questa storia ci sono tanti sconfitti, a cominciare dalla Federazione. Ma c’è anche un vincitore. Vale a dire il miglior allenatore di questo inizio di stagione. Un allenatore che adesso osserva tutto da fuori perché attualmente non è seduto su nessuna panchina di serie A. Un allenatore che è stato una delle più recenti intuizioni di Silvio Berlusconi. Dai che avete ormai capito.

Sì, sto parlando di Raffaele Palladino. Da maggio non è più l’allenatore della Fiorentina. Il suo successore è stato Pioli. Le attese erano tante nei confronti dell’ex allenatore rossonero, ma dopo le prime 7 giornate la squadra viola aveva raccolto appena 3 punti, perdendo ben quatro volte, senza vincerne neanche una. Una partenza orribile, peggiore di qualsiasi previsione possibile in estate.

Con Palladino, dopo lo stesso numero di giornate, la Fiorentina aveva ottenuto 10 punti, sei risultati utili e una sola sconfitta, aveva segnato quasi il doppio dei gol fatti nelle prime sette partite (9 contro 5) e soprattutto aveva divertito i suoi tifosi, anziché incupirli e sconfortarli. Adesso che di giornate di campionato ne sono trascorse 10 e i punti della Viola sono appena 4, sappiamo tutti come è finita l’avventura di Stefano Pioli. Terminata anche l’esperienza viola di Daniele Pradè, il direttore sportivo con cui Palladino non aveva mai legato fino in fondo, non tanto dal punto di vista personale quanto relativamente ad alcune scelte di mercato, che oggi, a posteriori, hanno dato ragione al tecnico campano.

A settembre, Raffaele Palladino aveva rotto il silenzio spiegando alla Gazzetta dello Sport le proprie ragioni, lasciando intendere che con la dirigenza viola c’erano state divergenze troppo grandi per poter continuare insieme: “Io intendo il calcio come un puzzle, tutti i pezzi si devono incastrare per funzionare. Sono orgoglioso del lavoro fatto a Firenze, ma non c’erano più le condizioni per andare avanti insieme. Idee e visioni troppo differenti.Non sono mai stato nella mia carriera legato a soldi e contratti. Non avevo nulla quando ho deciso di lasciare la Fiorentina e il tempo lo ha dimostrato.”

About Author

Autumn coach contest 2025. The winner is…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *