Berardi, da cigno a brutto anatroccolo
Capita, a volte, che accadano fenomeni inspiegabili razionalmente. L’ involuzione di Domenico Berardi è uno di questi casi. Negli ultimi decenni raramente è accaduto qualcosa di simile. Dagli 11 gol della stagione 2012-2013 ai 31 gol realizzati nei due campionati successivi. Poi il calo: 7 gol due anni fa, solo 5 marcature l’anno scorso. Oggi è uno degli attaccanti del peggiore attacco della serie A. Lo dicono i numeri, non lo dico io. Il Sassuolo segna poco, troppo poco: solo 14 gol in 24 partite, appena due reti nelle ultime sei gare di serie A. Meglio hanno fatto tutte le altre squadre del campionato, dal Benevento al Crotone, dal Chievo alla Spal.
Perfino centrocampisti come Obi (Torino) e difensori come Koulibaly (Napoli) e Bastos (Lazio) hanno segnato più gol di Berardi. 2 gol, 2 assist e 4 cartellini gialli, questo è quanto riuscito a produrre colui che fino a poco tempo fa era desiderato da Juventus, Inter, Milan ed altre grandi squadre europee. Il giocatore capace, nel 12 gennaio 2014, di segnare 4 gol in Sassuolo-Milan 4-3 (secondo giocatore più giovane di sempre, dopo Silvio Piola, ad aver realizzato quattro gol in una gara di Serie A), nonchè capace di segnare altri 3 gol al Milan nel maggio 2015, sempre in una sola partita. Sì, il Milan è sempre stata una delle sue vittime preferite.
Classe ’94, da promessa a fantastica realtà, anche della nazionale under 21, il passo è stato breve, la storia era quella di un successo. Sì, ma poi.. Cosa è successo? Di colpo qualcosa si è rotto. E adesso la favola Sassuolo pare destinata a finire nel peggiore dei modi. Non è ancora detto. C’è il tempo per salvare la stagione. A condizione di non scivolare ancora più giù, nella zona precipizio: la serie B, ad oggi, dista solo 6 lunghezze. Ma il tempo per volare, quello non c’è più. O forse sì, per Domenico ancora c’è. Volare via altrove, per ritrovare ciò che si è perso.
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