Berlusconi – Mr. Bee, è accordo: il Milan cambia pelle
Ormai possiamo dire con certezza che a breve il 48% del Milan sarà in mano al broker thailandese Bee Taechaubol, che verserà nelle casse della Fininvest 480 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno. Per ora siamo ancora ad un pre-accordo vincolante, il closing vero e proprio a questo punto slitterà a fine settembre, ma a questo punto si tratta solo di burocrazia. Le parti hanno finalmente raggiunto piena intesa su ogni dettaglio al punto da eliminare ogni traccia di caparra e di penale, un grande segnale di fiducia verso Mr. Bee.
L’aspetto più interessante di tale accordo riguarda senza dubbio la Governance del club: Berlusconi ovviamente rimane il numero uno mentre Bee sarà vicepresidente. A Barbara Berlusconi e Adriano Galliani sarà affiancato un terzo a.d. responsabile della parte commerciale sul piano riguardante i paesi extra-europei (con maggiore riguardo chiaramente ai paesi asiatici). Nel Consiglio d’Amministrazione, formato probabilmente da 13 membri, ci saranno 7 uomini di Fininvest, un possibile indipendente e 5 delegati di Mr. Bee, il quale comunque avrà voce in capitolo per quanto riguarda gli aspetti più importanti. Inoltre sarà compito del nuovo arrivato traghettare, sotto delega della Fininvest stessa, il Milan nella Borsa di Hong Kong entro i prossimi due anni.
E in tutto ciò la Doyen? Il thailandese ha cercato in tutti i modi di imporre Nelio Lucas come advisor sportivo, trovando però la ferma ostilità di Berlusconi, che ha riposto come previsto piena fiducia a Galliani come unico gestore della parte sportiva. Lucas avrà quindi un ruolo marginale, sarà una sorta di consulente al quale Galliani potrà affidarsi come e quando vuole.
Il Milan quindi cambia pelle: l’obiettivo nel prossimo futuro sarà quello di espandere il brand soprattutto nei mercati asiatici e di creare una sorta di alleanza con il governo cinese (non dimentichiamoci che dietro Bee c’è la China Citic Bank, il cui patrimonio ammonta a 475 miliardi di dollari) in modo da incrementare il fatturato annuo fino a 350 milioni circa. Impresa ardua ma non impossibile, e comunque l’unica strada per rivedere il Milan tornare a primeggiare in Italia e in Europa.
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