Berlusconi, il tempo stringe. E’ arrivato il momento di lasciar andare il Milan
Ormai inevitabilmente il tempo stringe. Il 15 giugno è vicino, giorno in cui scadrà l’esclusività con i cinesi, e solo in quei giorni sapremo davvero cosa avrà deciso Silvio Berlusconi. La cosa più grave sarebbe una proroga della scadenza (ipotesi non del tutto remota), che costringerebbe a rimandare tutte le strategie di mercato almeno a fine mese. E il tempo stringe anche per i tifosi, terrorizzati alla possibilità di vedere un altro anno di umiliazioni e fallimenti, una volta abituati a vedere il Milan trionfare in tutti i campi d’Europa, ora ormai abituati da cinque anni a questa parte a vedere una provincialotta dimenarsi per un preliminare di Europa League.
Inspiegabili i tira e molla del presidente, un giorno convinto a lasciare in mani sicure e affidabili, un altro giorno timoroso di vedere il Milan in mano a comunisti “che mangiano bambini”. A questo punto della trattativa è stata ormai verificata l’affidabilità di questa cordata, nonostante non si sappiano ancora i nomi, pronta a creare un fondo di investimento di oltre un miliardo di euro e ad investire anche per lo stadio di proprietà. Il problema di Berlusconi diventa allora la questione sentimentale: durissima lasciare il suo giocattolo dopo oltre trent’anni e dopo aver primeggiato in lungo e in largo in Europa e nel mondo. Ma è proprio per una questione di cuore che dovrebbe lasciar andare la sua creatura: l’ipotesi di un fantomatico ital-Milan ci fa tristemente sorridere, se si dovesse andare in quella direzione dovremo probabilmente rassegnarci ad assistere ad altre annate di mediocrità.
E allora il tempo stringe caro Presidente, lasci andare il Milan per amore del Milan e dei suoi tifosi.
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