Gazidis: punto su Maldini… e su un mercato di giovani promesse
In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l’a.d. Ivan Gazidis si sbilancia sul futuro della società ed espone quelle che sono le idee di Elliott & C. per il futuro del club. L’intenzione è quella di restare all’interno dei paletti del Financial Fair Play, acquistare giocatori giovani, abbassare il monte ingaggi, valorizzare il parco calciatori e innalzare gradualmente gli obiettivi sportivi. Una società che d’ora in poi dovrà reggersi sulle proprie gambe, senza spese pazze e, soprattutto, senza fare pericolosi “all-in”. Prima di procedere alla scelta del nuovo tecnico, Gazidis vorrebbe “promuovere” Paolo Maldini nel ruolo di direttore operativo dell’area sportiva, eventualmente affiancato da uno staff di suo gradimento (del quale potrebbero far parte anche Billy Costacurta e Angelo Carbone). Maldini si è preso qualche giorno di riflessione; entro fine settimana saprà dare una risposta definitiva: evidentemente le pressioni avute in questa stagione ne hanno destabilizzato le sicurezze.
Una volta individuata la figura che andrà a ricoprire il ruolo lasciato vacante da Leonardo sarà tempo di scegliere il nuovo allenatore: S. Inzaghi, Giampaolo e Di Francesco sono i nomi in pole ma non si può escludere la scelta di un tecnico straniero (Jardim, ad esempio). Verrà comunque selezionato un allenatore che nella propria carriera abbia dimostrato di saper valorizzare i giovani in rosa, massimizzandone il rendimento in rapporto alle proprie qualità.
Gazidis chiarisce anche la posizione del fondo d’investimento che fa capo a Elliott: “Non ha mai posto un termine temporale. La sua è una chiara visione. Non abbiamo una dead line, e non faccio promesse di accorciare i tempi. Sfrutteremo ogni minuto delle nostre giornate finché non avremo raggiunto lo scopo. Di tempo ne servirà, ma ci riusciremo. Questo club è speciale, ho enorme rispetto per l’amore che suscita e questo amore io non lo prendo in giro. Il Milan deve essere orgoglioso della sua straordinaria storia, ma non è nel passato che troveremo la soluzione dei problemi. Per tornare in alto il mondo Milan deve credere nel cambiamento. Chi cerca un demiurgo che, schioccando le dita e aprendo i rubinetti economici, risolva tutto, non lo troverà qui. Di illusioni e bugie ce ne sono già state abbastanza. Siamo al Milan per assicuragli un futuro nei vertici mondiali, con un percorso serio, realistico. Non significa non sognare, significa lavorare duramente per rendere i sogni realtà. Abbiamo grandi sfide davanti e la volontà di giocare stabilmente in Europa, ma nel rispetto del F.F.P. e dei paletti esistenti.”
Il dirigente sudafricano quindi delinea chiaramente la strategia societaria: “Tre sono i punti fondamentali, senza un ordine gerarchico, perché vanno di pari passo e si intrecciano tra loro ogni giorno: 1) Riorganizzazione economica, con la capacità di generare profitti e reinvestirli 2) Aumentare la qualità della squadra, riportandola al top del calcio italiano ed europeo 3) Trovare le giuste soluzioni per lo stadio. Che sia San Siro o un nuovo impianto, dovrà essere invidiato nel mondo”.
Infine un messaggio ai tifosi, che poche ore prima hanno salutato con grande affetto il loro beniamino Rino Gattuso: “Ai nostri tifosi faccio un discorso pieno di trasparenza e onestà. La storia delle belle promesse non mantenute è finita. Ma se sono qui è perché sono estremamente ottimista e convinto che si possa fare, che il Milan tornerà presto ai vertici. Dobbiamo girare l’angolo, non sarà facile, ma troveremo la strada giusta. E potrà farlo anche il calcio italiano, se sarà capace di evolversi nelle scelte e senza più commettere quegli errori che hanno fatto sprecare l’enorme quantità di entrate degli anni novanta che non furono mai impiegate per crescere nelle infrastrutture e nella gestione delle società”. Adesso il club gioca a carte scoperte: il Milan sarà costretto a ripartire (quasi) da 0 per la terza stagione consecutiva. Ma mai come adesso, forse, ci sono le premesse per avere fiducia nel futuro .