Milan – Celtic: le pagelle dei rossoneri
Milan – Celtic Glasgow 4-2, (3 dicembre 2020). Le pagelle dei rossoneri:
Donnarumma 7,5: altra prestazione sontuosa. Incolpevole sui due gol, inizia al minuto 12 quando ferma il destro di McGregor per poi parare al minuto 41 su Christie. Para ancora sulla punizione di quel povero Cristo di Christie al minuto 72 e su Frinpong al minuto 90 e oltre. Un paio di uscite di piede libero vecchia maniera. Bene nell’aprire il gioco con i piedi.
Dalot 6-: non impeccabile sul gol di Edouard perché rispetta alla lettera i precetti del distanziamento sociale non salendo con i compagni (per il timore di contagio?). Per il resto serata senza infamia e senza lode, ha molto spazio che la difesa scozzese gli concede ma non lo sfrutta tutto. Va al tiro al minuto 32.
Kjaer s.v.: il tempo di assistere alla topica di Krunic e poi farsi male (forse per l’arrabbiatura?) dopo di che (minuto 10) è costretto alla resa. Esce mentre tutti dicono “Simo’, nun famo scherzi”. ma lui stavolta non bleffa. Pare però stia già meglio perché è stato visto correre dietro a Krunic nel parcheggio dello stadio.
Gabbia 6,5: nel marasma Fantozziano dei primi 20 minuti, lui, veterano in pectore, non smarrisce lucidità. Soffre inizialmente la buona qualità di Edouard al quale poi, nel corso della partita, mette la mascherina (pardon, la museruola). L’infortunio di Kjaer gli spalanca prospettive di titolarità inaspettate a inizio stagione.
Hernandez 6: più lui sta bloccato, più vuol dire che gli avversari lo temono, più lui è obbligato a giocare all’indietro alla “Rodriguez maniera”. Inizia a sferragliare al minuto 30 e va al tiro al minuto 38. Magicamente appena trova qualche spazio per correre apre la falcata e da lì in avanti sono soltanto falli (e gialli) per i malcapitati scozzesi.
Krunic 4,5: inizia malissimo. Al minuto 7, per un eccesso di zelo, si trova dove non dovrebbe stare e cioè a ricevere la palla da Donnarumma. Scambiandolo per una bella ragazza gli dice “dammela”. Accortosi che non era ciò che pensava lui, ma la palla, si ricorda di essere in campo in una partita di Europa League e di essere un calciatore. Il sistema limbico gli va in tilt per le troppe emozioni, lui si pianta in loco, arriva Rogic che gliela toglie (la palla…) e la frittata è fatta. La botta è troppo forte e a nulla valgono le attenzioni di Calhanoglu che lo rincuora assicurandogli che gli darà alcuni numeri di telefono di sue amiche con le quali tirarsi su il morale. Cerca di rifarsi entrando nel gol del pari di Castillejo ma è troppo tardi. Nell’intervallo esce per andare a vedere il secondo tempo alla televisione insieme all’allenatore degli scozzesi, bevendo birra e discutendo della caducità delle cose umane.
Kessie 6,5: sembra doppio per quanto campo copre. Vorrebbe tanto punire Krunic come fanno nei villaggi del suo Paese, ma poi la tenzone della partita lo riporta ad occuparsi di quei gran figli di Braveheart che ha di fronte e che vorrebbero rovinargli la serata. Perciò abbassa la testa e comincia a prendere contrasti e a rubare palloni. Terminata l’opera si concede la doccia anticipata senza doversi preoccupare di rispondere a chi gli domanda come mai si sia portato il mattarello da casa.
Castillejo 7: l’idolo dei parrucchieri di Milano e provincia fa vedere di essere in buona serata. Dopo aver convinto Theo a rinunciare al giallo paglierino sulla chioma per poter catalizzare lui da solo l’attenzione dei commentatori, inizia il suo personale duello con Hauge per il titolo di miglior attaccante della serata. Perderà, ma con onore, non prima di aver segnato il pari al minuto 26, essere andato al tiro al minuto 28, al minuto 33 e al minuto 53. A dire il vero quei gran figli di Braveheart lo puntano alle caviglie e lui spesso si ritrova sdraiato a terra. Dalle tribune (deserte) parte la hola: “ti vogliamo così”.
Calhanoglu 7: partita da leader maximo. Presente in ogni zona del campo, corre e imposta, piazzando una punizione al minuto 23 che levati. Esce per rifiatare portando gelosamente con sé la maglia numero 10 temendo che il Milan, per assecondare il desiderio di uno dei figli di Maradona, la tolga dal roster. In realtà, esce per poter accompagnare Krunic in discoteca perchè le promesse vanno mantenute e Pioli, che non dimentica di essere stato anche lui un playboy negli anni ’80, lo accontenta. Nel frattempo, notizia dell’ultim’ora, il Cervia ritira la maglia numero 10 per rispetto nei confronti di Maradona.
Hauge 7,5: inizia lentamente perché, per l’ennesima volta, il portiere del suo condominio vedendolo uscire con la borsa gli rimprovera che alla sua età non dovrebbe perdere tempo appresso ad un pallone ma pensare a studiare e che se anche le scuole sono chiuse la didattica a distanza è importante. Ma lui che viene dal freddo tira dritto e piano piano carbura, comincia a puntare l’avversario di turno e va al tiro, insidioso, al minuto 43. Nell’intervallo continua a scaldarsi e al rientro si ricorda che il suo Paese è famoso anche per gli sciatori, tant’è che vedendo alcuni figli di Braveheart in fila li scambia per paletti di uno slalom, perciò, animato dal fantasma di Kjetil Andre Aamodt, noto sciatore norvegese, li infila uno ad uno senza errori e piazza un rasoterra imparabile. Ci prende gusto come un diciottenne alle prime esperienze con l’altro sesso e prosegue. Al minuto 82 serve un assist al bacio per l’altro ragazzino terribile. Esce a fine partita sottobraccio a Castillejo sussurrandogli “dai, non te la prendere, sarà per la prossima volta”.
Rebic 5: trasuda felicità di giocare lì in quella posizione che sembra un operaio fuori dai cancelli di Mirafiori al turno delle 06:00 in un rigido inverno torinese degli anni ’60, avendo però il tempo di esprimere la sua ben nota passione per i dribbling inutili.
Romagnoli 6,5: entra nel momento peggiore e da buon leader silenzioso dà l’esempio. Attento e tranquillo come solo lui sa essere nella ripresa spazza via ogni cosa che si avvicini all’area di rigore e che somigli anche vagamente ad un pallone.
Tonali 6,5: in crescita di fiducia e condizione, partecipa di più al gioco e si immola al minuto 83 su una palla vagante in area piccola.
Colombo s.v.: l’abbraccio finale lo vede grande protagonista.
Brahim Diaz 6,5: viene visto sollecitare il suo ingresso per gelosia nei confronti di Hauge. Col suo modo di giocare inizia a dare fastidio agli scozzesi che, per motivi di latitudine, non hanno dimestichezza con le zanzare. Al minuto 82 il norvegese, disturbato da tale immotivato comportamento, gli concede un assist sul quale il fastidioso animale si esibisce in uno scavetto da applausi. Filtrano voci di gossip secondo le quali in quel preciso momento Totti, in lacrime, abbia spento la televisione.
Bennacer 6: entra quando tutti stavano solo aspettando stancamente il fischio finale. Il suo consueto attivismo vien visto male. Minacciato di rimpatrio immediato ai sensi di un qualche DPCM si cheta.
Pioli 6,5: per venti minuti osserva attonito una squadra di asintomatici affrontare una banda di indiavolati scozzesi e vede in Frimpong la somma matematica di Jimmy Johnstone “il rosso” e Kenny Dalglish. Già la serata non era iniziata bene, avendo trovato sulla panchina il gilet di Bonera. Poi tutto passa, la tensione si scioglie così come la squadra avversaria. Qualificazione acquisita e in prospettiva una bella gita a Praga tra una settimana dove il prosciutto pare sia ottimo, poi arrivederci a primavera quando sarà tutta un’altra cosa.