Milan-Fiorentina 1-3, le pagelle di Calhanoglu e compagni

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DONNARUMMA Voto 8: valutazione volutamente alta, perché Gigio nella serata negativa ha dimostrato ancora una volta di essere tre spanne sopra a tutti. Para su Chiesa al minuto 10, poi è miracoloso su Ribery un minuto dopo. Para ancora su Pulgar al minuto 57. È l’ultimo ad arrendersi parando il rigore di Chiesa.

CALABRIA Voto 5-: la fluidità negli inserimenti e gli scambi di posizione con Suso e Kessie visti in alcune partite dello scorso anno sono un lontano ricordo. Commette errori tecnici banali che cerca di compensare con la grinta e la determinazione. Appare tra i più confusi. Ripeto, torni a giocare con la Primavera.

MUSACCHIO Voto 4: da incapace di intendere di volere l’incomprensibile e inutile fallo a metà campo al minuto 54 che di fatto mina alla base un’ipotetica ma ancora possibile rimonta. Da mandare in tribuna per i prossimi 3 mesi.

ROMAGNOLI Voto 6: senza particolari demeriti. Al minuto 34 va anche al tiro da fuori. L’inferiorità numerica ne limita le prevedibili incursioni offensive.

HERNANDEZ Voto 6-: in due partite produce di più di Rodríguez in due campionati. Bene quando attacca, un po’meno quando difende, però almeno alza la testa e guarda l’area avversaria. E crossa.

KESSIE Voto 5: assente e demotivato, non fa valere nemmeno le armi della grinta e del fisico. Esce all’intervallo.

BENNACER Voto 5,5: luci ed ombre nella partita dell’algerino, soprattutto qualche palla persa che in quella zona nevralgica del campo non va affatto bene. Rimane comunque l’unico a giocare a due tocchi ed in avanti e con una rapidità che gli altri non hanno. Sfortunato perché commette due falli e sono tutti e due da rigore.

CALHANOGLU Voto 4: perde due palloni e subiamo due reti. Molle ed impalpabile. Uscito Rodríguez adesso è lui a giocare sempre all’indietro. È fermo alla vittoria di Bergamo dello scorso anno e purtroppo per lui l’attesa è durata sin troppo. Va messo in panchina.

SUSO Voto 5: gioca meno palloni del solito perché dall’altro alto del campo c’è uno che va meglio e lui sembra dolersi del fatto. Messo sotto fisicamente come altre volte, si nota solo al minuto 23 quando impegna Dragoswky. Esce tra i fischi. Anche per lui l’attesa è terminata e stasera se n’è accorto.

PIATEK Voto 5: spaesato, disorientato, confuso. L’ombra di sé stesso. Se è pur vero che i centrali viola lo bastionano per bene, non regge una palla che sia una.

LEAO Voto 8: anche qui voto volutamente alto. C’è della “ciccia” calcistica senza dubbio. Fisico, tecnica,e soprattutto personalità. Con San Siro sull’orlo della rivolta al minuto 79, senza paura, piazza un dribbling prolungato con realizzazione finale. Aveva già mostrato le sue doti, stasera, pur nel marasma generale, le conferma alla grande.

KRUNIC S.V.: entra per Kessie nella ripresa. Avrebbe fatto certo meglio, ma il rosso a Musacchio cambia tutto.

DUARTE Voto 6: entra in campo nel momento peggiore, ma non sfigura affatto. Potrebbe essere giunto il suo momento.

CASTILLEJO Voto 6: almeno litiga con Dalbert, cosa che Suso non riesce a fare.

GIAMPAOLO S.V.: situazioni complicate come quella attuale non sono mai frutto di azioni e responsabilità individuali anche se poi il conto normalmente lo paga uno soltanto. Per chi volesse analizzare i fatti da fuori mancano alcune informazioni pertanto si può soltanto ipotizzare. Mentre a Torino il mister ci mise del suo (vedasi il cambio avventato di Leao), stasera non ha avuto nemmeno il tempo di sbagliare. Troppi giocatori appaiono confusi e disorientati: Piatek, Kessie, Musacchio, Calabria, Suso (guarda un po’, i fedelissimi di Gattuso, sarà un caso? Non credo). Calhanoglu ormai è a livello del 3° segreto di Fatima. Tutti improvvisamente diventati dei brocchi buoni per i campionati Dilettanti? Si sono salvati Donnarumma e il giovane Leao che sembra avere le stimmate del fenomeno. Come già detto più volte, arriva un momento in cui urgono scelte drastiche. Dove serve il bisturi l’aspirina non produce nulla. Giampaolo non può essere diventato di colpo un pippone. E del resto, negli ultimi 5 anni sono ben 6 gli allenatori arrivati e cacciati con la stessa velocita con la quale si cambia lo smartphone, perciò, non è lì il problema. Intanto, riappaiono, in pericolosa coincidenza rumori di fondo su l’ennesimo passaggio societario di proprietà, così che colui che apparve all’epoca come il salvatore della patria (il fondo Elliott) si configura come l’ennesimo mercante di S.p.A. che prefigura la possibilità di un lauto guadagno. Sullo sfondo, mentre il Dott. Scaroni pensa allo stadio da costruire, forse certo che la sedia la conserverà comunque, il Dott. Gazidis studia i bilanci e tra breve ci spiegherà che i costi sono calati ma i ricavi non crescono (e…quindi…?). Domanda finale: dove sono andati a finire quelli che auspicavano il rientro in società di Maldini giustificandolo con la competenza calcistica tanto da farlo assurgere per diritto Divino al ruolo di “Dirigente calcistico”? Saranno, per caso, quelli che ora contestano le operazioni di mercato? Fate pace con la coscienza, per cortesia.

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