Quarti di Champions, onore alle italiane
Dopo le partite di andata dei quarti di finale eravamo rimasti con Roma e Juve che si leccavano tristemente le ferite subite (vedi articolo precedente). In maniera inattesa e per certi versi sorprendente entrambe le squadre italiane hanno offerto prestazioni magistrali nei match di ritorno, riuscendo ad ottenere due vittorie nette. Grazie ad un 3-0 casalingo la Roma ha ribaltato eroicamente il risultato dell’andata contro il Barcellona, dopo la sconfitta per 4-1 dell’andata al Camp Nou. I giallorossi hanno interpretato la partita in maniera perfetta, mettendo pressione agli avversari sin dai primi minuti e riuscendo ad andare in gol al 6′, autoalimentando le proprie speranze di impresa sportiva. Meritevole di elogi anche mister Di Francesco, tanto a livello tecnico quando sul piano mentale. Adottare un modulo a priori spregiudicato ha impedito al Barcellona di rendersi realmente pericoloso, eccezion fatta per un paio di episodi sporadici per lo più derivanti da giocate singole. Nonostante due rigori ingiustamente non concessi la Roma è andata in rete con Dzeko, autore di una partita encomiabile, capitan “futuro” De Rossi ed infine Manolas, autore di un bel gol di testa in girata. L’approdo alla semifinale apre la strada ad ogni possibile traguardo: dopo aver battuto nettamente una delle più forti squadre del mondo la Roma non potrà e non dovrà avere nessun timore reverenziale, qualunque sia il prossimo avversario.
A Madrid è andata in scena una vicenda per certi versi ancor più clamorosa: la Juventus sconfigge nettamente i blancos di Zidane per 3-1, non riuscendo pertanto ad agguantare la semifinale. Un parziale di 3-0 rimasto in bilico sino agli ultimi 30 secondi dell’ultimo minuto di recupero, quando i supplementari sembravano ormai ad un passo. La rete del Real è avvenuta grazie ad un calcio di rigore siglato dal solito Ronaldo, un penalty giudicato da più parti “sospetto” ma che in realtà la moviola (da diverse prospettive) ha mostrato essere netto e incontestabile. Andamento del match chiaro sin dall’inizio: Real intenzionato a far possesso palla, nel tentativo di chiudere la partita alla prima occasione possibile.
Una Juventus per niente intimorita ha impedito a Zidane di mettere in atto la sua strategia di gioco e grazie ad un pressing accorto, ritmi alti ed un Douglas Costa indemoniato è andata a segno dopo due soli minuti di gioco, grazie ad una ripartenza magistrale conclusasi con un colpo di testa di Mandzukic. Ancora Mandzukic (nuovamente di testa) ed una papera del portiere Navas avevano portato il risultato parziale sul 3-0. Un parziale che negli ultimi 30 secondi di gioco sarebbe stato ribaltato nell’esito finale dal succitato calcio di rigore.
Non vogliamo entrare nel merito del post partita. Preferiamo non commentare né le dichiarazioni di Andrea Agnelli e né quelle di Gigi Buffon (che ha annunciato per altro l’addio al calcio a fine stagione). Tali argomenti meritano riflessioni e puntualizzazioni circonstanziate. Dopo una due giorni di Champions di tale livello l’intero sport italiano non può far altro che complimentarsi all’unisono con i club di Roma e Torino, autori di imprese ugualmente epiche, grazie alle quali hanno messo sotto scacco le squadre di calcio ritenute (a torto o ragione) le più forti al mondo.
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