Nelson Dida, la pantera del brivido
Nelson Dida, il portierone rossonero che tutti gli appassionati di calcio ricordano bene, ha lasciato molteplici rimembranze ai tifosi del Milan (e anche agli juventini) e a tutti gli amanti di questo sport. Ricordi di indelebili trionfi, ma anche veri e propri tormenti. Nella rassegna degli incancellabili momenti di Dida in rossonero non possiamo non citare i quarti di finale di Champions League dell’annata 2004-2005: dopo aver vinto la gara d’andata per 2-0, il Milan non trovó difficoltà nemmeno col match di ritorno, perchè si era ormai certi della qualificazione. L’episodio chiave di quella partita accadde fuori dal campo e fu il petardo lanciato dalla curva nord nerazzurra, che colpì in pieno il portiere rossonero. Il Milan quella partita la vinse 0-3 a tavolino mentre il brasiliano, almeno apparentemente, non diede segni di cedimento. Per molti quell’episodio segnerà in maniera decisiva la carriera del mitico estremo difensore carioca.
Nelson de Jesus Silva, per tutti Dida, nasce il 7 ottobre del 1973. Ad appena diciannove anni, diventa titolare inamovibile della squadra del proprio paese. Astuto e con due occhi da giaguaro, il giovane brasiliano si fa notare a livello nazionale ed internazionale, fino ad approdare al Cruzeiro, con il quale vince i primi trofei. In Brasile raggiunge il suo sogno: conquista la Nazionale, partecipando anche al Mondiale del 1998 come riserva. È nel 1999, però, che arriva il salto di qualità: i rossoneri lo acquistano per tre miliardi di lire, per poi smistarlo a Lugano, in Svizzera, dove nessuno lo ricorda perchè non scese mai in campo. Poi al Corinthians, anche lì in prestito, dove vince il titolo paulista e il Mondiale per club, scusate se è poco. Si distingue inoltre per la capacità di parare rigori (abilità che gli tornerà molto utile in futuro).
La vera avventura europea inizierà l’anno successivo, anche se il brasiliano non troverà l’appoggio della tifoseria, adirata contro la società per un portiere che già ad inizio stagione non mostrava di possedere buone qualità tecniche. In Champions League il Milan, subirà goal in casa del Leeds proprio a causa di una papera colossale del portiere, sotto un diluvio universale. Il giovane brasiliano conosce anche problemi giudiziari: viene infatti coinvolto nello scandalo passaporti falsi e subisce una condanna di sette mesi, con la condizionale. Così fa ritorno al Corinthians, in prestito. I rapporti con il giocatore non sembrano più essere idilliaci, quando ecco che nel 2002 il Diavolo lo riporta inaspettatamente a casa offrendogli un’ultima possibilità. Mossa azzardata, ma che alla fine darà ragione al Milan. La fortuna inizia infatti a girare. Nel preliminare di Champions League del 2002-2003 il Milan gioca contro lo Slovan Liberec. Abbiati, il portiere titolare fino ad allora, a causa di una contusione è costretto a lasciare il campo anticipatamente. Da quel momento Nelson non abbandonerà più quella porta, divenendo per anni portiere titolare del Milan. Quell’anno i rossoneri vinceranno la Coppa Italia e, soprattutto, la Champions League nella finale tutta italiana di Manchester, all’Old Trafford, contro i rivali di sempre, la Juventus. Proprio la Pantera carioca sarà determinante con una miriade di rigori parati. L’anno successivo il Milan vincerà con lui la Supercoppa Europea e il campionato.
All’inizio della stagione 2005-2006 di errori e di indecisioni ne avremo a volontà. I tifosi rossoneri intanto si spaccano: c’è chi non ha più fiducia in lui, ma anche chi lo difende strenuamente. Il fatto, però, di essere recidivo, e di rimanere spesso vittima di infortuni, lascia non poche perplessità. Con l’arrivo della settima Champions League, vinta ad Atene, nel 2007, la società gli offre un rinnovo triennale. Le papere di Dida, però, non vengono ormai più perdonate dalla piazza che sente di meritare ben altro. Ancelotti stesso, approfittando di alcuni suoi guai fisici, lo sostituirà definitivamente con Kalac prima e Abbiati e Storari poi. Una carriera rossonera, insomma, dagli alti e bassi, passando per papere, petardi e parate incredibili. Nelson Dida è questo. Non si è fatto mancare proprio nulla.
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