Napoli, l’incredibile tracollo dovuto a scelte scellerate

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Appena due vittorie in 6 partite di campionato, questo il triste bilancio del Napoli da quando Mazzarri è stato mandato via e al suo posto è arrivato Calzona. Anche Mazzarri, nelle sue prime sei partite di campionato, raccolse 2 sole vittorie (e ben 3 sconfitte); invece in estate, al suo avvio, Garcia fece meglio di entrambi i predetti: 3 vittorie nei primi sei impegni di campionato e tra l’altro fece registrare 4 vittorie nelle sue ultime sette partite prima dell’esonero, insomma a ben vedere non si trattava esattamente di una crisi. Tra parentesi, nessuno dei suoi due successori è riuscito poi a totalizzare una striscia così positiva.

Ma allora perché cambiare? Ok, lo ammetto, è facile dirlo adesso, chiaramente la speranza era di ottenere un miglioramento, ma in entrambi i casi l’illusione è stata effimera quanto le speranze che l’euromoneta potesse migliorare la vita dei cittadini europei. A posteriori, è lecito sostenere che la decisione di cambiare la guida tecnica è stata troppo impulsiva o quantomeno avventata, probabilmente molto dettata dagli umori dello spogliatoio, alla fine dei conti poco ponderata e poco razionale.

Di certo il presidente del Napoli aveva una tremenda voglia di un cambio di rotta, ma l’unico cambio di rotta che è riuscito a ottenere è anche l’unico che non desiderava: dal 4°posto in classifica che era la posizione al momento dell’esonero di Garcia, il Napoli è stato lasciato al 9° posto da Mazzarri e adesso è collocato in ottava posizione, anche se la Fiorentina, che ha una partita in meno, vincendo la partita che deve recuperare potrebbe ulteriormente far scendere i campani al nono posto.

Un peggioramento marcato, in definitiva, per la serie quando le cose cominciano male finiscono peggio. Se non fosse che a ben vedere le cose non andavano poi malissimo con Rudi José Garcia da Nemours: per il quarto posto in classifica, ci scommetto, i tifosi del Napoli adesso firmerebbero ad occhi chiusi. Ebbene, il quarto posto con Garcia lo avevano. Forse esonerarlo è stato un po’ come fasciarsi il capo prima di romperselo.

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