Meteore rossonere: Didac Vilà
Gennaio 2011, il primo Milan targato Massimiliano Allegri, si accingeva a vincere quello che sarebbe stato lo scudetto numero 18 della storia rossonera. Il mercato invernale fu assai importante, degno di una squadra di vertice, che avrebbe giocato nell’arco dei 5 mesi seguenti, il Campionato, la Coppa Italia e la Champions League. Proprio in quel mercato, infatti, approdarono al Milan: Antonio Cassano (arrivato dai blucerchiati), Mark Van Bommel e il giovanissimo terzino Vilà, fresco campione olimpico con l’Under 19 spagnola, giunto dall’Espanyol. Proprio quest’ultimo affascinò Galliani: le sue prestazioni convincenti e le doti difensive convinsero l’a.d rossonero a strapparlo a tutti i costi alla concorrenza, acquistando così quello che sembrava uno dei terzini più promettenti d’Europa. L’arrivo in rossonero non fu assolutamente facile, il ragazzo per quasi tutto l’intero girone di ritorno rimase comodamente posizionato in tribuna. Chi lo definiva inesperto, maldestro, immaturo, non adatto al calcio italiano, altri sostenevano che fosse infortunato (sappiamo benissimo le vicende legate a Milan Lab in quegli anni). Ci fu un momento cruciale dove le cose sembravano potessero prendere una piega diversa: ultima partita di campionato Udinese-Milan (i rossoneri avevano già il tricolore cucito sul petto), Allegri decise di convocarlo e di farlo partire dall’inizio. La prova dello spagnolo non dispiacque affatto né all’allenatore, né all’ambiente legato al Diavolo, coscienti di aver un giovane con talento da coltivare. Non fu così, Didac Vilà venne rimandato in prestito all’Espanyol, squadra in cui militava prima dell’arrivo a Milanello. Il campionato successivo (quello 2012/2013, segnato dai tanti infortuni soprattutto per il reparto arretrato) il Milan perse lo scudetto, mentre Vilà, in Spagna, deliziava i tifosi con 37 presenze e 2 reti. Nemmeno questo convinse la dirigenza! Nell’estate successiva il Milan decise di cederlo al Valencia, qualcosa però non andò per il verso giusto; il giocatore non superò le visite mediche per una sospetta pubalgia, e venne costretto a tornare a Milano per le cure. Da lì a poco si persero sue notizie, nessuno ebbe minima idea di cosa stesse succedendo, a tal punto che lo spagnolo venne dimenticato da tutti. Un giovane campione, un acerbo terzino che avrebbe potuto dimostrare sul campo le proprie qualità, finito nel dimenticatoio di tutti: della società, dei compagni, dell’ambiente rossonero e di ogni sportivo. La società cercò in qualsiasi modo una sua sistemazione alternativa, riuscendo finalmente nel 2013 a piazzarlo al Betis Siviglia. Anche qui il bottino fu alquanto magro (12 sole presenze, con altrettante delusioni, calcisticamente parlando). Fine giugno 2015: il giocatore si svincola dai rossoneri, passando all’Elbar, squadra neopromossa in Primera Division. Successivamente Vilà si trasferisce in Grecia, dove gioca con continuità e ogni tanto vince pure qualcosa, nell’AEK Atene.
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