Ormai è certo: l’AC Milan 1899 è in ostaggio
30 anni fa, esattamente il 20 febbraio 1986, la holding Fininvest acquisiva la proprietà dell’AC Milan 1899, società già piena di gloria per suo conto. Fu un evento unico ed impareggiabile che segnò profondamente in senso positivo la storia di questa società che scalò successivamente le vette dell’Empireo calcistico arrivando più volte sul tetto del mondo. Sarebbe stato bello festeggiare il trentennale di questo evento. Intendiamoci, il problema non è una vittoria o una sconfitta in più o in meno. Abbiamo perso col Bologna e rischiato di vincere a Roma. Magari era meglio battere i Felsinei e perdere all’Olimpico, avremmo avuto 2 punti in più. Ma non è quello.
Siamo in ostaggio perché, paradossalmente chi, 30 anni fa, ha tolto l’AC Milan 1899 dal Tribunale fallimentare è lo stesso soggetto che adesso ha posto una serie di lacci e lacciuoli, di limitazioni e di regole finanziarie che male si adattano al mondo del calcio. L’AC Milan 1899 ha avuto molto dalla Fininvest, ma Fininvest ha avuto altrettanto dall’AC Milan 1899. Non può, tutto, risolversi in un problema di entrate e di uscite. L’AC Milan 1899 non può e non deve essere considerato un “peso” da sostenere. D.ssa Marina e Dott. Piersilvio, non vi sembra il caso di esprimere il vostro pensiero sull’argomento? E’ ancora intenzione della Fininvest tenere l’AC Milan 1899 nella considerazione che merita oppure si tratta ormai di mera questione contabile, cioè di una “partita di giro”?
Siamo in ostaggio perché dal maggio del 2008 l’AC Milan 1899 non ha un Presidente. In verità ne ha uno : Onorario, cioè ad honorem, rappresentativo, ditela come volete voi, ma di fatto privo di qualsiasi potere operativo e decisionale, che in quanto tale, si reca al capezzale della squadra il venerdì alle 14, unicamente per prendere atto che non si è fatto ciò che egli voleva fosse fatto e lamentarsi, per poi sparire nuovamente.
Siamo in ostaggio perché l’AC Milan non ha un Direttore sportivo. Pertanto, per scegliere ed ingaggiare giocatori si deve affidare (e sottomettere) alla rete dei Procuratori e al suo Capo indiscusso oppure cercare alleanze strategiche con altre società. Se è vero che è impossibile competere con le big Europee (Barcellona, Real Madrid, Bayern, i due Manchester, Paris Saint Germain, eccetera) e quindi non ci sono speranze di vedere fenomeni come Messi o Neymar vestire la casacca rossonera, non è accettabile che in Italia non si possa competere con nessuno e non si riesca mai a portare a casa un giovane di belle speranze. La vicenda Sensi, finito al Sassuolo per transitare in seguito alla Juventus, è emblematica sotto tale aspetto.
Siamo in ostaggio perché non appena scelto un allenatore non si perde tempo per delegittimarlo, sconfessandone le azioni e le valutazioni anziché cercare di accontentarne i desideri nonché invitando casualmente (?) a Milanello mostri sacri del passato a pontificare. Mentre continuano a volteggiare su Mastro Sinisa eleganti avvoltoi in giacca, cravatta e sigaro. E si riparla di Conte.
Siamo in ostaggio perché altre società (ultime in ordine di tempo Monaco e Atletico Madrid) assumono nei nostri confronti comportamenti volutamente ricattatori, di fatto influenzando pesantemente i tentativi di rafforzamento della rosa.
Tutto questo mentre nel frattempo, oserei dire purtroppo, ci sono della partite da giocare. C’è un campionato e una Coppa Nazionale. Ma è un dettaglio.
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