Conti, Suso, Biglia, la sagra degli errori fatali. Le pagelle dei nostri

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Milan – Lecce 2-2

Le pagelle del Milan:


 DONNARUMMA Voto 7: che deve fare di più? Para persino un rigore. Calderoni tira da trequarti e fa il gol da raccontare ai nipotini un giorno davanti al camino.  

CONTI Voto 5,5: quando trova spazio trova anche la fiducia. Incerto nell’azione del rigore, accusa il colpo sotto l’aspetto emotivo.  

MUSACCHIO Voto 6: l’attacco del Lecce non è di quelli che tolgono il sonno almeno per chi di mestiere fa lo stopper.  

ROMAGNOLI Voto 6: non ha colpe specifiche. Si spinge anche in avanti.  

HERNANDEZ Voto 7,5: dalla sua parte sfonda che è una bellezza. Nella difesa a 3 e mezzo, lui è il “mezzo” che sta in attacco. Al minuto 38 e al minuto 77 le cose più belle di una partita giocata come la carica dei 600 a Balaklava. Rispetto a Rodríguez è un altro mondo.  

KESSIE Voto 6: più in mezzo che laterale si inserisce di meno perché altri lo fanno al posto suo. Forse non era lui a dover uscire.  

BIGLIA Voto 5,5: parte bene che sembra quello della Lazio di Pioli. Corre, contrasta, recupera. Poi, inevitabilmente, si affloscia contribuendo al gol del pari. Pioli non se ne accorge, colpa pure sua.  

PAQUETA’ Voto 6,5: un altro che sembra aver ritrovato (improvvisamente) la voglia di giocare. Più lucido e presente, riscopre anche la grinta e la cattiveria nei contrasti.  

SUSO Voto 5,5: il menù non prevede più soltanto “palla a Suso e poi vediamo”. Lui dovrebbe guadagnarne in lucidità e freschezza. Tira al minuto 21 e al minuto 28 impegnando Gabriel. Poi si incaponisce nel tenere palla e acquisisce demeriti imperituri.  

LEAO Voto 6,5: dovrebbe giocare prima punta ma non essendolo si allarga a sinistra e comincia a martellare dalla sua parte (anche col contributo di Hernandez con il quale si trova bene) e per il Lecce sono guai. Spreca troppo per quanto produce: minuto 1, minuto 2, minuto 21, minuti 54 e 56.  

CALHANOGLU Voto 7,5: sfiora il gol al minuto 11 con un buon inserimento, al minuto 12 tira alto di un nulla, al minuto 19 segna con un gran destro. Prende un palo su angolo al minuto 66, poi al minuto 71 serve mirabilmente per Piatek. Corre, lotta, distribuisce, tira, gioca faccia alla porta. Non può essere solo merito dell’allenatore e di qualche aggiustamento tattico. Fatevi una domanda e datevi la risposta.  

KRUNIC Voto 6: entra per Kessie del quale potrebbe essere valida alternativa.  

REBIC Voto 5,5: un po’ fumoso, ma entrando sempre nel finale non è facile per nessuno.  

PIATEK Voto 6: si sblocca su azione e questa è già una notizia. Per il resto, aspettiamo.  

PIOLI S.V.: giudizio doverosamente rimandato. Non è un fenomeno e nemmeno l’ultimo arrivato. Così era prima di stasera e tale rimane. Ha il grande merito, da uomo intelligente, di conoscere i propri limiti e pertanto ogni anno resta pazientemente alla finestra nell’attesa di una società che abbia bisogno della sua borsa dei ferri. Non credo vincerà mai qualcosa ma il fatto che abbia allenato Lazio, Inter e Milan gli consente di appuntarsi belle medaglie sul petto a prescindere. È un “minestraro” col curriculum di valore. Infatti stasera rimescola gli ingredienti e qualcosa gli va anche bene, perché la pietanza sembra essere più appetibile. Riesce nell’impresa di mostrare il miglior Calhanoglu da quando questi è in Italia, sebbene credo ci sia molto del giocatore in tutto questo. Si fida sin troppo di Biglia che lo ripaga con una prestazione degna di lui sino a quando, troppo stanco, dovrebbe essere tolto per evidente stanchezza. Ma il nostro crede nella gratitudine (che nel calcio conta zero) e tiene in campo il fido scudiero che entra di diritto (ma non da solo, beninteso) nell’azione del pari pugliese. Al cambio di sistema di gioco del Lecce (Farias) non risponde abbassando Hernandez tra i 4 di difesa esponendosi così agli attacchi veloci dell’avversario. Ciò che Calhanoglu, Hernandez e Leao costruiscono viene così smontato. Vedremo il seguito del menù, per il momento abbiamo visto il buffet degli antipasti che è troppo poco per prenotare un tavolo.

 

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