Crisi Milan, maneggiare con cura
Ormai saranno un paio d’anni o qualcosa in più che assistiamo un po’ rassegnati un po’ incazzati ad elenchi infiniti di accuse e sentenze su chi sia il vero colpevole della crisi del Milan. Senza ombra di dubbio in pole position troviamo Galliani che ha di fatto, magicamente e misteriosamente, distrutto la squadra dopo anni di vittorie su vittorie. Come se da un giorno all’altro sia passato dal più grande dirigente italiano ad un brocco completo. La seconda posizione se la dividono in parti uguali Berlusconi, Barbara, i vari allenatori, i vari giocatori, i tifosi… Eppure nessuno, cercando un capro espiatorio, ha in realtà torto o ragione, servirebbe solo un po’ di equilibrio nel giudicare le persone e le situazioni. Noi non propendiamo né per l’uno né per l’altro nome, perchè forse i colpevoli sono tanti e ora non ci sono più: i soldi. Nel calcio, purtroppo o per fortuna, è in gran parte una questione di soldi. È grazie ad essi (ma non solo) che siamo diventati la squadra più titolata al mondo e a causa di essi (ma non solo) che siamo diventati un’anonima squadra di metà classifica. È innegabile che i guai del Milan siano ufficialmente iniziati con il famoso Lodo Mondadori: è da lì in poi che il nostro Presidente ha smesso di elargire montagne di soldi per la squadra, che è di fatto scomparsa dai radar europei. Certo per Galliani, con in tasca il malloppone, era facile spadroneggiare, mentre ora lo è un po’ meno. Anche lui ha commesso qualche errore, impossibile non affermarlo (vedi Pirlo o Matri), ma quando lanciamo strali accecanti (e volgari) nei suoi confronti chiediamoci: è davvero facile allestire una squadra come il Milan tenendo da una parte d’occhio il bilancio e dall’altra le giustissime pressioni di tifosi e media? Non crediamo proprio. Allo stesso modo, davvero è stato un errore madornale lanciare Inzaghi per il dopo Seedorf o invece era proprio il momento giusto?
Allargando poi gli orizzonti, chi in Italia riesce maramaldeggiare in Europa oggi come oggi? Non certo la Juve, piccola piccola fuori dai nostri confini, né lo farà la Roma, se riuscirà ad andare avanti. Chi riesce nel calcio di oggi ad eguagliare o a superare le imprese del Milan del passato? Solo chi fattura il triplo, il quadruplo di noi, noi italiani ancora indietro di cinquant’anni rispetto agli altri Paesi. E nel frattempo gli anni passano e i tempi d’oro si fanno sempre più lontani.
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