Fofana, afa e umidità alle stelle

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Eccoci qua, con la gola secca per la grave siccità, chi al mare chi in città. Siamo forti, tenaci, resilienti. Ormai oltre Ferragosto, siamo eroicamente sopravvissuti alla tragica disfatta dell’Italia di Spalletti agli Europei, alla tonsillite mediatica di Sinner, alle logorroiche coliche di Tamberi, a ben due cerimonie olimpiche della durata ognuna di un match epocale fra Federer e Nadal. Stiamo sopravvivendo alle esplosioni di carica adrenalinica di Antonio Conte, ai pasticci di Manna, ai batteri della Senna, all’enigmatica querelle Lukaku – Osimhen arrivo io se parti te… Alle fantomatiche trattative per Fullkrug. Intanto il Giappone alle olimpiadi è tornato ai fasti di Holly e Benji e Mila e Shiro, l’Olanda è tornata a quelli di Cruijff e del calcio totale (nelle ossa). E infine, a causa dell’estate più calda da quando esistono le rilevazioni, si è sciolto anche l’iceberg più duro dell’estate: la dirigenza del Monaco.

In attesa del diffondersi capillare dell’epidemia (pandemia?) del vaiolo delle scimmie (oggi il primo caso in Svezia) e del calcio dominante e offensivo che guardacaso è proprio quello che ci piace, l’unica cosa concretamente dominante è stato finora il potente anticiclone africano sulla nostra penisola. Ma abbiate fede e speranza che sta arrivando la rinfrescata post ferragostiana e con essa anche Emerson Royal, che logora chi non ce l’ha, essendo nato il 14 gennaio, proprio come Giulio Andreotti

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