Le parole di Maldini e i carrozzoni di opinionisti
Ieri le parole di Maldini hanno dato un gran da fare a giornalisti, opinionisti e tifosi, non c’è che dire, e tutti improvvisamente ci siamo ritrovati a far parte di due opposte fazioni: i vecchi e storici sostenitori del capitano da una parte, gli strenui difensori dell’aristocrazia conservatrice personificata da Galliani, dall’altra. Chi urla al cambiamento dirigenziale, alla rivoluzione della rosa, alla cacciata di un Seedorf incompetente e inadatto per una squadra come il Milan, a sostituire le serrature delle porte di Milanello: ormai troppo vecchie e inadeguate. Alcuni invece sono convinti che le colpe siano da distribuire un po’ a tutti, che mandare a casa un dirigente del calibro del nostro amato Adriano sia davvero un delitto.
Ovviamente ora è sin troppo facile salire sull’uno o sull’altro carro, come molti opinionisti in queste ore hanno fatto, quando molti di loro non conoscono bene neanche i fatti, non avranno letto per intero l’intervista e avranno visto il Milan in tv magari una decina di minuti un mesetto fa, giusto tra un bicchiere di vino e il film in prima TV. Parlare delle parole del nostro amato Paolo invece è molto complicato: da una parte lo sfogo di chi ha brutti precedenti sia con la dirigenza che con la curva, dall’altra l’analisi dall’esterno dei problemi (profondi e complessi) che circondano l’ambiente Milan.
Non abbiamo di certo l’arroganza di analizzare tale intervista per sancirne il vero valore, è solamente il nostro umile punto di vista quello espresso. Proprio per questo saremmo immensamente grati a chi di dovere se potesse evitare strumentalizzazioni e la presunzione di capire appieno e in modo definitivo l’ambiente Milan.
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