Mastro Sinisa e i Brocchi di Arcore
Tanto tuonò che piovve. Per molto tempo ci è sembrato di rivivere la famosa scena tra Fini e Berlusconi, con Mastro Sinisa nel ruolo del lazial Gianfranco che sfida, pubblicamente, il patron di Forza Italia : “che fai mi cacci?”. E così è finita.
L’amore tra Mastro Sinisa e Silvio Berlusconi non è mai sbocciato veramente, nemmeno nel corso degli incontri conviviali della scorsa estate durante i quali il patron credo avesse più interesse per il menù.
Ritengo che Berlusconi si sia fatto convincere da Adriano Galliani, così come era accaduto in passato nel caso di Allegri. Di Berlusconi si può dire tutto il male possibile ma non che non dia spazio e fiducia ai suoi collaboratori. Salvo poi rimangiarsi quanto concesso se le cose non lo soddisfano, come nel caso di specie.
Molti, forse troppi, erano stati i segnali del malessere che serpeggiava tra la proprietà e la guida tecnica e che i buoni uffici di Galliani, abilissimo nel destreggiarsi dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, avevano attutito e depotenziato. Troppo poco aziendalista Mastro Sinisa per le abitudini di Berlusconi. Troppo poco diplomatico e incassatore. Mastro Sinisa non è uno che le manda a dire : altrove può andare bene, al Milan no. Del resto, chi accetta la panchina del Milan sa perfettamente a cosa va incontro. Tutti gli allenatori dell’epoca Berlusconi sono stati spesso e volentieri bersaglio di frecciate, punzecchiature, talvolta nemmeno troppo implicite. D’altro canto, ricordiamoci che è tutto compreso nell’ingaggio.
Christian Brocchi rispetto a Pippo Inzaghi ha il vantaggio, non banale, di aver lasciato lo spogliatoio del Milan nel 2008, quando ha deciso di andare a concludere la carriera pedatoria altrove. Di quel Milan non c’è più nessuno. Nessuno con cui Christian Brocchi abbia condiviso spogliatoio, impressioni, confidenze, arrabbiature, critiche.
Christian Brocchi non è ex calciatore come Pippo Inzaghi, ma un allenatore. Christian Brocchi non è indipendente come lo era Seedorf. Christian Brocchi non è stato suggerito e sponsorizzato da Galliani come Allegri e mastro Sinisa, ma scelto, coram populo da Berlusconi in persona.
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