Meteore rossonere: Essien

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Parametri zero, pochi soldi e tanta fantasia. Sono state queste le parole chiave del mercato milanista degli ultimi anni. Sembra ieri infatti che la stampa “gonfiava” il mercato rossonero, attribuendo al Milan grandi nomi di giocatori nella fase calante della carriera (sempre rigorosamente a parametro zero) che, sbarcati sulla sponda rossonera dei Navigli, si rivelavano puntalmente dei flop. Un vero e proprio cimitero di elefanti.

L’approdo di Michael Essien in Serie A è da registrare proprio durante una di queste sessioni, precisamente il 27 gennaio 2014. Biglietto di sola andata per Milano, da Stamford Bridge a San Siro, a costo zero e con in pugno un contratto di 1 anno e 6 mesi. Il ghanese classe 1982, soprannominato “bisonte” per la grande prestanza fisica, in passato, sopratutto con la maglia del Lione e del Chelsea era stato un grande, grandissimo centrocampista che vantava, tra l’altro, una discreta media gol. Contribuendo alle vittorie di diversi titoli e diventando un perno inamovibile delle rispettive squadre, nel 2006 si classifica addirittura terzo nella graduatoria di “Calciatore africano dell’anno”, alle spalle di Eto’o e di Drogba, suo compagno di squadra all’epoca. Essien vanta anche un discreto Palmarès, grazie alle vittorie di due campionati francesi, due supercoppe di Francia, due Premier League, quattro FA Cup, una Coppa di Lega, un Community Shield e una Champions League.

Pupillo di Mourinho. Si, proprio così. Lo special one ha sempre avuto grande considerazione e stima per il ghanese fin dai tempi dei Blues, tanto da convincerlo a trasferirsi anche al Real Madrid alla sua corte, il 31 gennaio 2012. La carriera di Essien è stata contraddistinta dalla figura chiave dell’allenatore portoghese, a tal punto da soprannominarlo “daddy”. Alla fine della stagione 2012/2013 fanno entrambi ritorno al Chelsea, sempre insieme.

Capisci che la tua carriera sta iniziando la fase calante proprio quando chi ha sempre creduto in te ti lascia partire, senza fare la minima opposizione. Si presentano le prime difficoltà e anche la brillantezza fisica non è più quella di una volta, tanto che proprio colui che ti riteneva un “insostituibile” ti relega sempre più spesso alla panchina, ogni domenica. Si presenta allora il Milan, pronto a rilanciare tanti campioni in difficoltà, fallendo la maggior parte delle volte. La storia non cambia. La parentesi rossonera del nazionale ghanese si dimostra un vero fiasco. Prestazioni al limite della decenza, condite da pochissimi sei in pagella. Panchina, panchina e ancora panchina. Sempre più ai margini fino quasi a sparire dai radar rossoneri. Le prestazioni sono talmente al di sotto della sufficienza da far sì che probabilmente verrà ricordato più per la bufala apparsa nell’ottobre 2014 riguardo la contrazione dell’ebola da parte del giocatore, piuttosto che per l’apporto dato in campo.

Così non va. Fine del contratto, ora di cambiare aria. Per il “bisonte” comincia poi una nuova avventura in terra ellenica, al Panathinaikos, per provare a ritornare ad essere quel giocatore decisivo tanto considerato da “daddy” Mourinho. Missione fallita, perchè anche lì la sua esperienza dura piuttosto poco. Successivamente (marzo 2017) ha firmato per un club indonesiano di proprietà di Erik Thohir.

Parametri zero, pochi soldi e tanta fantasia, Essien è l’ennesima prova che questa filosofia non porta da nessuna parte.

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