Milan, il centrocampo è più debole di un filo di cotone
Domenica miserevole. In un pomeriggio che tutti si attendevano ben diverso, i rossoneri hanno buttato al vento 3 punti contro uno dei peggiori attacchi del campionato, riuscendo nell’impresa di perdere in casa, pur tirando tantissimo (quanto malissimo) in porta.
Fra i problemi (ri)emersi domenica, non si può non considerare quello del centrocampo. Montella comincia lasciando Kucka e Locatelli in panchina, fidandosi della leggerezza (muscolare e di idee) di Mati Fernandez e Sosa. Entrambi esauriscono quasi subito gli spunti, le giocate e le idee, calando progressivamente col passare dei minuti. A ciò si aggiunge la scarsa vena di Suso, che tira sì in porta in diverse occasioni, ma sempre senza impensierire il portiere, talvolta senza neanche centrare la porta. Il rigore poi sbagliato, in quel bruttissimo modo, è la ciliegina sulla torta di una prestazione opaca da parte dello spagnolo. Lì in mezzo si salva solo Pasalic, l’ultimo a gettare la spugna, l’unico in grado di estirpare palloni dalle gambe degli avversari e anche l’unico in grado di proporsi in zona gol.
Con un De Sciglio sempre meno grintoso e propositivo e un Calabria ancora acerbo, che solo a tratti riesce a produrre cross come si deve, il Milan sente moltissimo la mancanza di pedine come Jack Bonaventura e Abate. Ma adesso è tardi per parlarne. Ai sostituti di qualità bisognava pensarci a inizio stagione. Le pezze messe a gennaio son servite solo parzialmente a dare una mano al reparto offensivo, che per giunta continua a segnare poco. Anche con cinque attaccanti in campo.
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