Milan-Stella Rossa 1-1, le pagelle dei nostri
DONNARUMMA Voto 7,0: alza la voce e guarda in cagnesco i compagni e il guardalinee su ogni palla che sia un po’ più che innocua. Sorveglia sulla traversa del minuto 22 e la tocca appena sul rasoterra di Ben. Gestisce da boss navigato i proventi derivanti dalle rimesse dal fondo e quando lo spagnoloManzano lo richiama platealmente Don Gigio gli si avvicina con la mano davanti alla bocca a mascherare un probabile “e chitammuort, dammi solo un minuto”. Sfodera una delle sue parate alminuto 67 quando ributta fuori dalla porta una palla di Sanogo che praticamente era dentro.
CALABRIA Voto 5,0: Come Cristo si fermò ad Eboli, lui si è fermato all’ammonizione contro il Crotone. Soffre Ivan(ic) il Terribile dal quale subisce anche un tunnel (forse però involontario). Spinge poco e solonell’occasione del gol mangiato da Dalot.
TOMORI Voto 7,0: invisibile allo spettacolo ma utilissimo ed efficace per il gioco. Non lo senti quasi mai nominare ma c’è, di testa e di piede. Puntuale nelle scelte di tempo nell’anticipo, mostra di provenire da una realtà tecnica di valore. Soffre come chiunque altro i centimetri di Pavkov, ma non molla. Spero non esca più perché marcatore ad uomo in una difesa che l’uomo spesso se lo dimentica.
ROMAGNOLI Voto 5,5: non gioca sereno e si vede. Pur di non farsi notare, fosse per lui credo si metterebbe in un angolo a godersi la partita. Nel gol di Ben, che gli prende in partenza il metro decisivo, appare più preoccupato di mantenere la corretta posizione delle braccia che di evitare il tiro all’avversario.
DALOT Voto 5,0: anche lui soffre la vivacità di Ivan(ic) il Terribile. Apprezzabile l’impegno ma non i risultati. Al minuto 37 si mangia a porta spalancata il classico gol che si poteva fare anche in ciabatte perché va troppo morbido su pallone di Calabria invece di piazzare la bomba di collo pieno. Vorrebbe fare meglio nella ripresa ma si trasferisce sulla fascia opposta dove ritrova l’incubo Ivan(ic) il Terribile ed allora decide di difendere soltanto. Adesso comprendiamo al meglio altre sue prestazioni passate, può funzionare e dare un buon contributo solo in un contesto già efficiente di suo.
MEITE’ Voto 5,5: si presenta in campo travestito da Kessie (pettinatura inclusa) nel tentativo di confondere la mira dei piloti dei droni che sorvolano San Siro o al limite, acquisire l’immunità dall’accusa di troppi errori presso il Tribunale per i crimini contro il calcio. Vale il discorso fatto per Dalot. Lui dal canto suo dovrebbe metterci del proprio cercando di giocare il più semplice possibile per limitare il numero dei rischi e portare a casa il maggior numero di cose utili alla squadra.
KESSIE Voto 7,0: Onnipresente, lucido e razionale, come sempre, gioca, conduce, sgomita. Indispettito dal maldestro tentativo di camuffamento di Meitè risoltosi Fantozzianamente alla prima palla giocata(“Meitè, è lei?) si danna l’anima per far vedere la differenza e non essere colpito per sbaglio dai droni di cui sopra. Consueto perfetto rigore al minuto 8, va al tiro al minuto 29 e poi al minuto 36 si ricorda di aver fatto anche la mezzala e sfonda sull’out destro. Tiene botta sino alla fine.
CASTILLEJO Voto 5,0: partita anonima. Mago Silvan col cilindro bucato perchè non escono conigli né tanto menoi cross che normalmente sono nel suo repertorio. Qualche piroetta, molta foga, poco arrosto. Esce al più tardi per Saelemaekers ma sarebbe potuto andare sotto la doccia ben prima.
KRUNIC Voto 5,5: al minuto 6 pur ciccando la palla al limite dell’area ascrive a suo merito di essere entrato nell’azione del rigore. Cerca di trovare spazio e campo su tutto il fronte offensivo non producendo apprezzabili risultati. Vale per lui il discorso fatto per Meitè e Dalot, ti può dare una buona mano ma solo se tutto intorno a lui gira.
CALHANOGLU Voto 5,5: partita altalenante, cala vistosamente nel finale evidentemente ancora sotto gli effetti del COVID. Gioca un pallone in orizzontale da meritare di essere indagato per oltraggio al pudore sebbene non avesse cominciato male, un po’ terzo in attacco e un po’ terzo a metà campo. Essendo uno dei pochi a poter accendere la squadra se manca lui fa buio prima. Va al tiro al minuto 38.
LEAO Voto 5,0: l’azione personale (con finta e controfinta e ondeggiamento alla Alberto Tomba dei tempi d’oro) con tiro finale del minuto 11 appare foriera di una grande serata, perciò ti senti contento come Fantozzi davanti alla televisione (frittata di cipolle, birra ghiacciata e rutto libero). Invece è un fuoco di paglia. Dopo averlo visto aggirarsi per il campo novello minotauro calcistico (metà attaccante e metà trequartista) Pioli all’intervallo decide che per stasera va bene così.
PIOLI Voto 6,5: vorrebbe fare turn-over (come fanno altri suoi colleghi più fortunati) per amministrare le forze disponibili ma alla fine del primo tempo è costretto al pit-stop e al cambio gomme forzato con rifornimento incluso. Non voglio e non posso pensare che sia lui a switchare l’atteggiamento in modalità “gestione del risultato” dopo il rigore di Kessie, ma che sia piuttosto la squadra stessa ad andarci in automatico per motivi che solo lei (la squadra) conosce. La reazione dopo il pari della Stella Rossa è soprattutto nervosa frutto dell’arrabbiatura ma priva di razionalità. Continuo a pensare che il problema non sia nei muscoli ma più in alto nella testa e nel finale dopo il rosso a Gobelijc riappaiono i fantasmi della beffa di Belgrado, la paura fa 90 obnubilando le coscienze e le conoscenze calcistiche. Il turno è passato sebbene con un surplus di sofferenza. Personalmente non sono mai d’accordo, per principio, nel fare scelte a priori tra un torneo e l’altro. Dopo la fatica fatta per arrivare sin qui buttare all’aria l’Europa League (competizione con un numero di sorprese ben superiore rispetto alla sorella maggiore) non ritengo sia una buona idea perché il parco delle contendenti è assolutamente alla portata e c’è la possibilità di andare molto avanti. Adesso però bisogna recuperare fiducia nei propri mezzi tornando a giocare senza guardare la classifica. La partita con l’Udinese, al centro della settimana Sanremese penso ci dirà molte cose.
IBRAHIMOVIC Voto 6,0: entra con l’atteggiamento di chi sta andando a giocarsi il secondo tempo della finale di Champions League, mentre in realtà è molto di meno. Se non altro il suo ingresso inietta nella squadra quella scintilla di energia almeno sufficiente a far spaventare l’avversario. Gironzola fuori dell’area di rigore a smistare palloni e suggerire movimenti ai compagni. Va al tiro al minuto 52 e poi al minuto 66 su punizione. Serve per un falso gol a Saelemaekers e per permettere a Rebic di sprecare il ben di Dio che gli viene servito. A volte osservandone lo sguardo dà la sensazione di chi ha da farsi perdonare qualcosa. Inizia la settimana sanremese e la partita di mercoledì contro l’Udinese a mio avviso sarà emblematica in tal senso.
SAELEMEAKERS Voto 6,0: entra e trova lo spazio per correre in avanti come piace a lui. Un gol annullato perché Ibra (che gli ha passato la palla) ha una rotula in off-side. Fa in tempo a subire l’ira del Pelide Ibrahimovic per un pallone messo al centro dove non c’è nessuno ma solo perché tutti erano più avanti.
REBIC Voto 5,5: si getta nella mischia con il piglio di Baliano nella difesa di Gerusalemme dai musulmani. Dimentica che in quanto attaccante la prima cosa da fare è mettere la palla in porta. Sbaglia al minuto 53 su assist di Ibrahimovic e al minuto 91 non aggancia solo davanti al portiere, in compenso eccede come suo solito in dribbling e colpi di tacco.
THEO HERNANDEZ S.V.: entra quando nella partita si respira la stessa tensione della scena finale di “Profondo Rosso”. Accenna solo a qualche accelerazione delle sue.