Parola d’ordine, organizzazione
Superato, non senza traumi e patemi d’animo, il pericoloso scoglio del preliminare di vendita, è stato avviato il progetto di riorganizzazione aziendale che consisterà, in primo luogo, in un lungo ed articolato processo di scelta e di posizionamento nell’organigramma tecnico-societario delle persone (speriamo giuste) al posto giusto, con assegnazione ad ognuna di loro dei compiti e delle funzioni da svolgere.
Questa delicata ma indispensabile fase, assegnata al Dott. Fassone, A.D. in pectore, dispiegherà i suoi effetti in un medio-lungo periodo temporale.
I criteri di scelta di un manager sono inevitabilmente diversi da quelli di un giocatore. Il calcio ha, nativamente, una visione legata al campo di gioco, dove le dimensioni e i parametri sono noti e conosciuti. Ma ne esiste anche un’altra, esterna ad esso, nella quale vi sono aspetti talora nascosti.
Circolano molti nomi in questo periodo, nomi più o meno affascinanti ed evocanti ricordi piacevoli e che fanno bene al cuore ed alla mente. Attenzione, però, a non cedere al sentimentalismo ed alla malinconia dei tempi che furono.
Essere stato un grande giocatore non è condizione sufficiente ad assicurare un altrettanto elevato rendimento dietro ad una scrivania. Non si guardi alla provenienza ma alla competenza e all’esperienza. La componente emotiva in una manager viene, necessariamente, ad essere azzerata e l’aver lavorato per un avversario sportivo non può essere un motivo discriminante nella scelta.
Si tratta di individuare persone che ricoprano ruoli di organizzazione, che sappiano fare valutazioni e compiere scelte strategiche.
La società composta da tutti ex giocatori non si può avere. Come Highlander, ne rimarrà solo uno, al massimo.
Stacchiamoci, almeno per una volta, dal livello feudale della disfida tra territori confinanti. Si sta giocando il futuro.
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