Prendere o Jashari

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Dopo oltre due mesi di trattativa, ormai ci siamo: tutto sta per saltare. La (stupida?) ossessione del mercato rossonero di questa estate si chiama Jashari, cognome di origine macedone/albanese che, come sillabazione e assonanza fanno intuire, significa probabilmente, lasciare. Solo che nessuno lo ha ancora capito.

Prospetto classe 2002, già in nazionale maggiore Svizzera dopo aver giocato anche nell’under 21, Ardon Jashari è un mancino naturale dotato di ottima tecnica e sensibilissimo controllo del pallone. Gioca in mediana ma può essere utilizzato anche come mezz’ala. Il suo gioco, fatto di scambi rapidi e verticalizzazioni veloci, lo renderebbe ideale nel nuovo contesto milanista che con una certa fatica e laboriosità, Igli Tare sta cercando di costruire.

Manco fosse l’ultimo centrocampista valido rimasto sul globo terracqueo, il club rossonero ci ha letteralmente perso la testa e in queste settimane ha presentato diverse offerte, ricevendo sempre un no dal Belgio, poiché queste offerte si distanziano circa 5 milioni dal prezzo desiderato dal Brugge. Oltre alla testa ci ha perso anche tempo, visto che son passati ormai due mesi… E a proposito di tempo, questo stringe, Ferragosto è vicino e il campionato pure. Qualcuno dovrebbe rendersene conto. Certo, è anche vero che chi prende ma non guadagna, pagherà cara la magagna, ma questa situazione di stallo non può durare altre due settimane. Ci vorrebbe uno di quegli ultimatum di Trump, 4 giorni di tempo a partire da oggi direi che sarebbe perfetto.

Ma sto Jashari, in definitiva, quanto vale? Si dice che ogni cosa vale il prezzo che il compratore è disposto a pagare per averla. Per il Milan il prezzo giusto è non più di 35 milioni (anzi meno, ma la trattativa impone di offrire qualcosa in più per vedere se l’altra parte cede o se ce casca). Il Brugge, irremovibile, sa dire solo 40. Da questa impasse, apparentemente, non se ne esce.

Fermo restando che alla fine della fiera è meglio scoprire di essere ingannati sul prezzo che sulla qualità della merce, credo che Tare e i suoi controllori finanziari siano eccessivamente prudenti ed oculati. Film già visto in altre trattative puntualmente sfumate in questi ultimi anni. Hanno sì il terrore di spendere troppo, ma anche paura di prendere un giocatore non esattamente in grado di rendere quanto ci si aspetta. Tipo quando ti vendono il brosme per baccalà, oppure il Pangasio del Mekong al posto della cernia, tanto la maggior parte dei consumatori neanche se ne accorge.

Sorvolando sul dramma psicologico del giocatore che tanto vorrebbe approdare in rossonero e sulle tante esternazioni social non richieste di personaggi che probabilmente mirano solo a mettersi in mostra, io penso che Jashari farà la fine del coccodrillo di Ladispoli.

Nel senso che, per un po’, qualcuno ci aveva creduto davvero.

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