Stagione 2020-2021, le pagelle finali degli attaccanti rossoneri
HAUGE – MEDIA VOTO 5,70 È al top della prestazione in Europa League quando registra un ottimo 7,5. In 2 occasioni riporta un 6,5, in altrettante occasioni la sufficienza, per il resto solo insufficienze e in 4 occasioni il S.V. Il Milan se ne innamora incrociandolo come avversario e ne apprezza la velocità, la corsa e la rapidità di esecuzione, tanto da ingaggiarlo. Parte fortissimo perché “…bello, fresco e pimpante proveniente dal campionato Norvegese” che è terminato mentre quello nostro iniziava, perciò “si muove bene, senza timore”. Lui “entra in partita col piglio giusto, quello della intensità e della concentrazione” e si mette in mostra nel “… puntare l’avversario di turno”. Il dribbling secco (con tiro finale nell’angolino opposto) è il suo pezzo forte. Pur partendo spesso dalla panchina “tomo tomo, cacchio cacchio” il suo contributo lo fornisce eccome. Poi lentamente le fatiche della stagione precedente nella quale aveva portato la sua societàil Bodo Glimt alla vittoria e allo scudetto Norvegese, si fanno sentire e il ragazzo scivola dietro nelle gerarchie di Pioli perché soffre “…il cambio di calendario stagionale, in Norvegia adesso stanno (forse) facendo la preparazione pre-campionato, lui invece senza essersi riposato un giorno tirala carretta” e probabilmente “…non è ancora pronto per impegni così importanti, va aspettato e fatto crescere”. Pioli lo impiega, poco, a dire il vero, si nota che “…è stanco e perciò poco lucido, non tenta il dribbling e se lo tenta lo sbaglia, è impreciso negli appoggi”. Ultima apparizione contro la Sampdoria in casa dove “Riemerge dalle brume e dal buio del suo Paese per metterla nell’angolino basso col tiro a giro che spesso gli abbiamo visto fare”. Credo che abbia della qualità di fondo importanti accoppiate alla giovane età. Se ci fosse più pazienza, andrebbe rivisto in una stagione normale nei ritmi di allenamento e di gioco.
MANDZUKIC – MEDIA VOTO 5,0 Non va oltre la sufficienza in 4 occasioni, poi solo insufficienze e S.V. Di quelli arrivati nella finestra di mercato invernale è quello che ha reso di meno. Preceduto da una fama di tutto rispetto costruita in anni di vittorie in Italia e fuori, mostra nel corso della stagione tutti i suoi limiti fisico-atletici. Speriamo nel trascorrere del tempo perciò concludo che “Va rivisto quando correrà”. A lui si chiede di fare a sportellate, surrogare Ibrahimovic quando serve, e ci dà fiducia perché “mette ancora benzina nel motore e colpisce di testa al minuto 85”. Pioli lo fa giocare in Europa a Belgrado e lui “alla prima partita dall’inizio, si è mostrato mobile e disponibile alla collaborazione con i compagni lottando al massimo delle sue possibilità attuali”, con una “…partita nel complesso positiva”. Poi entra in un tunnel fatto di acciacchi legati all’età ed alla prolungata inattività, tunnel dal quale non esce più. Lo ricorderemo per la serietà e per aver rinunciato agli emolumenti relativi al periodo dell’infortunio e della sua indisponibilità.
MALDINI – S.V. Un anno di assoluto ed indispensabile apprendistato per il ragazzo. Portare un nome famoso spesso induce chi osserva ad articolare con troppa facilità scomodi (ed ingiusti) confronti. Ognuno è sé stesso e non il “figlio di”. Nota di merito la presenza nel finale nella sfortunata partita contro la Juve nella quale si distingue “per vivacità e iniziativa” riportando così la sufficienza.COLOMBO – S.V. Vale per lui il ragionamento fatto per Maldini. E’ “…un 2002, all’ora in cui alladomenica i suoi coetanei bevono lo Spritz lui gioca in Serie A”.Ben strutturato fisicamente ed in possesso di caratteristiche spesso troppo trascurate nelcosiddetto “calcio moderno”, ha occasione di mettersi in evidenza ad inizio stagione. unruolo spesso dimenticato perché “grande e grosso com’è, lui sì che sa fare la primapunta. Lotta, combatte, la prende di testa”. Lui ci mette tutto l’impegno possibile e “lottaduramente per tenere un pallone che sia uno”.Parte in cerca di fortuna nel mercato di gennaio in quel di Cremona. Troppo facile, ora, dire che avrebbe fatto meglio del Mandzukic visto in campo perchénon ci sarà mai la controprova e spesso la verità è nel mezzo e i giovani non semprehanno la pazienza di attendere.
CASTILLEJO – MEDIA VOTO 5,25 È al top della prestazione in 2 occasioni quando segna un bel 7. In altre 11 occasioni prende almeno la sufficienza. In 8 occasioni è insufficiente. Per la sua alternanza pressoché continua con Saelemaekers è stato il “protagonista dell’unico vero dualismo stagionale”, e il dubbio ci assale spesso perchè lo osserviamo “Stranamente più vispo in coincidenza della squalifica di Saelemaekers del quale forse soffre la concorrenza”. Pioli gli concede molto spazio e fiducia anche in ruoli diversi, spazio e fiducia che lui non sempre ricambia mostrandosi troppo spesso “complessivamente impalpabile” e“eccessivamente lezioso”. Troppo discontinuo nell’atteggiamento e di conseguenza nella prestazione condita di “Qualche piroetta, molta foga, poco arrosto”. Si fa notare perché “Dribblomane perso, impreciso negli appoggi, troppi contrasti ceduti all’avversario”, infatti “La mancanza di peso gli fa perdere spesso i duelli diretti perciò nel 1 vs 1 non la vede mai”. A noi risulta troppo simile al “Suso vecchia maniera, l’avversario di turno è molto aggressivo nella marcatura e lui non la vede mai e, se la vede, trascorre più tempo confinato sulla riga bianca giocando all’indietro che altro”. E questo di certo non lo aiuta. Tuttavia, il dubbio Amletico su cosa sappia fare e cosa possa fare cresce perché in altre occasioni è “Meno indisponente…” e “Si muove assecondando le discese di Calabria”, giocando una “buona partita per applicazione, determinazione, impegno” e risultando “Intraprendente quanto serve non molla mai sino alla fine”. Il bello è che poi qualche gol lo segna pure. Le sue cose più belle in effetti le fa vedere giocando in attacco quando “Tende ad accentrarsi per ricevere palla e giocarla fronte alla porta o aprire sul lato opposto”. In quella posizione si fa vedere molto “non prima di aver segnato il pari al minuto 26,essere andato al tiro al minuto 28, al minuto 33 e al minuto 53”, gonfiando “…la rete sul cross di Rebic”. A dire il vero spesso non è fortunato perché “gli negano il pari e la quarta rete da centravanti d’area di rigore”, ma lui non demorde e “Al minuto 65 la mette di poco alta sottomisura, al minuto 68 arriva una frazione di secondo in ritardo sul cross di Leao, al minuto 91 tira di poco al lato e al minuto 92 si vede deviare un tiro che avrebbe meritato miglior fortuna”. Troppa discontinuità, in fin dei conti, troppa alternanza di rendimento. Tenuto conto del numero di presenze accumulate, avrebbe dovuto fare meglio per pensare di vincere il dualismo con Saelemaekers.
BRAHIM DIAZ – MEDIA VOTO 6,10 È al top della prestazione nel week-end sotto la Mole quando in 2 occasioni rubrica il 7. In ben 19 occasioni prende almeno la sufficienza e in sole 3 occasioni è insufficiente. Anche lui arriva a Milanello nell’indifferenza assoluta e subito viene incluso dai soloni del Web nella categoria dei “MA CHI ABBIAMO PRESO?”. All’esordio “Mostra personalità (d’altra parte se a quell’età ti fanno indossare la camiseta blanca del Real Madrid un motivo dovrà pur esserci” e dimestichezza con la sfera tra i piedi che però deve passare “…un secondo prima” tanto che “talvolta eccede nel possesso palla a scapito della rifinitura e del tiro”. Come una fastidiosa zanzara, punge e si muove velocemente “…tra le linee, con personalità ed autorevolezza…” e si fa vedere spesso in zona gol e come rifinitore. Ama svariare molto e “si accentra spesso per trovare spazio vitale e cercare lo scambio stretto senza dimenticarsi di dare una mano in copertura” mostrando sempre “…la vivacità e l’intraprendenza…” riuscendo ad iniettare nella squadra “mobilità e vivacità a profusione”. Il fisico minuto non lo aiuta e infatti soffre “la mancanza del peso necessario in certi frangenti” a volte non reggendo “uno scontro che sia uno soffrendo un deficit fisico con tutti gli avversari”. Però il ragazzo c’è e “Pur penalizzato dal fisico, si muove con agilità e personalità e mai banalmente”. Il suo dinamismo fa sì che lui si muova “…in continuazione come un disturbatore seriale e alla ricerca della palla buona che quando trova porta a spasso per il campo”. Giocatore che arrivato da sconosciuto (e persino confuso con Mariano Diaz…) si è via via imposto per la qualità delle giocate e la continuità di rendimento. Gli sforzi che la società sta profondendo per rinnovarne la disponibilità per la prossima stagione testimoniano del successo dell’investimento. La giovane età gioca a suo favore e certamente questo anno di ambientamento tornerà utile la prossima stagione quando l’asticella del rendimento si dovrà alzare sicuramente.
LEAO – MEDIA VOTO 6,09 È al top della sua prestazione quando riporta un bel 7,5 e poi in ben 5 occasioni rubrica un bel 7. In 9 occasioni ha poi la sufficienza mentre in 7 occasioni ha riportato insufficienze di cui però nessuna grave. Un solo S.V. Giocatore di giovane età che già in passato aveva mostrato grandi mezzi, “scatti felini, accelerazioni. Imprendibile. Ha ribadito di essere in possesso di qualità enormi…”. Si fa notare per “…il record del gol più veloce segnato in Italia… con 6 secondi e 76 centesimi”. Troppo spesso però sembra “…esibire la sua parte peggiore, quella del bell’addormentato nel bosco”, specie se Pioli lo schiera “…dal lato che non gradisce e dove perde efficacia”, cioè quello destro dell’attacco. A volte “non partecipa come dovrebbe alla fase difensiva imbarazzando la difesa…”. Quando ci si mette però fornisce una “…bella prestazione, impreziosita oltre che dalla nota qualità tecnica, anche dal tanto movimento e, soprattutto, dall’altruismo”. A volte appare troppo umorale, sembra “… partire bene, poi, non efficacemente rifornito di palloni da giocare, si intristisce spegnendosi progressivamente”. Leao non è (o non vuole essere?) una “…prima punta. Ne tengano conto quelli dell’Area tecnica per la prossima stagione”. Tecnicamente parlando “le palle alte non sono il suo forte. Lui è efficace negli spazi aperti, nelle grandi e desolate praterie…”, ma se viene schierato lì davanti “lotta e si agita come un ossesso cercando di arpionare i palloni che gli arrivano e che non sono proprio quelli che desidera”. Sulla fascia sinistra al contrario “fornisce elettricità” alla manovra e “…arriva spesso sul fondo”. Dispensa assist, segna gol di ottima fattura. Ha tutti i numeri per diventare un ottimo attaccante. Ma anche per lui, già con due stagioni di campionato Italiano alle spalle, l’apprendistato è terminato. Speriamo non si riduca al ruolo di nuovo Niang, perché con le potenzialità che ha mostrato sarebbe un peccato mortale.
IBRAHIMOVIC – MEDIA VOTO 6,5 Raggiunge il top della prestazione a Napoli quando riporta un fantastico 8.5. In altre 5 occasioni rubrica almeno il 7 e in altre 6 occasioni almeno la sufficienza. In 4 occasioni riporta l’insufficienza non grave. Tesserare un giocatore di valore assoluto ma sulla soglia dei 40 anni ha i suoi pro ma anche i suoi contro. Ibracadrabra parte fortissimo sino ad arrivare alle “…soglie della immortalità e della gloria eterna”. Lui si diverte e “Gioca una infinità di palloni provenienti dalla difesa (se non dal portiere) rappresentando una sorta di totem offensivo con il quale saltare il centrocampo ospite”, risultando “Una presenza costante non solo tecnicamente ma anche psicologicamente” ed è “Autore di gesti tecnici da cineteca”. Peccato che nel suo momento migliore si faccia male. Si cura, guarisce e rientra ma va a corrente alternata e prende atto che “dopo tutto questo tempo la squadra ha imparato a fare a meno di lui”. Non riesce ad essere ciò che vorrebbe e “Si agita molto ma con poco risultato, fa a sportellate contro la difesa avversaria ma non riesce a dominare la sfera come vorrebbero lui e la squadra perciò la manovra offensiva ne risente inesorabilmente” influenzando in tal modo la prestazione della squadra. Alterna ottime cose e prestazioni ad altre meno incisive risultando spesso solo “normale”. Fatica a ritrovare la condizione migliore ed in aggiunta c’è la vicenda della partecipazione a Sanremo e le polemiche che ha generato e talvolta “…osservandone lo sguardo dà la sensazione di chi ha da farsi perdonare qualcosa”. Sta di fatto che il calo della squadra coincide con il suo momento non eccezionale. E nel derby di Coppa Italia “La sua espulsione cambia irrimediabilmente le sorti dell’incontro”, sebbene “…la sola sua presenza è motivo di pericolo per la difesa rossoblù, ma a dire il vero non è apparso troppo sereno”. Gioca bene contro Crotone e Roma, nel frattempo si avvicinano gli Europei e il C.T. Svedese lo vuole con sé, ma ad una certa età “I sacrifici si pagano e l’impegno con la Nazionale Svedese, sebbene gestito con oculatezza…” lascia il segno sulle sue prestazioni. Il finale di stagione è contrassegnato dal problema al ginocchio di recente risolto. Lezione da portare nello zaino per la prossima stagione: non è pensabile poterlo impiegare sempre, dovunque e comunque. Gli impegni aumenteranno soprattutto di intensità e qualità e, con buona pace di tutti, anche lui dovrà rifiatare e recuperare energie avendo in rosa una (…o più) alternative di valore. Resta il fatto dell’incredibile contributo che alla sua età e con il suo esempio riesce ancora a fornire.
REBIC MEDIA VOTO 5,40 Consegue in 2 occasioni il 7 risultando al top della prestazione, in 13 occasioni riporta la sufficienza o più e in 7 occasioni invece riporta l’insufficienza di cui una grave. Come tutti i giocatori di origine slava o giù di lì, possiede ottime doti tecniche che gli consentono spesso prestazioni eccellenti. Come tutti i giocatori di origine slava o giù di lì è però anche capace del contrario, cioè di nefandezze tecniche impensabili. Pioli è costretto ad impiegarlo spesso punta centrale a causa delle ripetute assenze di Ibrahimovic e della insipienza di Leao nel medesimo ruolo. Lui non è che gradisca molto infatti “trasuda felicità di giocare lì in quella posizione che sembra un operaio fuori dai cancelli di Mirafiori al turno delle 06:00 in un rigido inverno torinese degli anni ’60” sebbene non si tiri mai indietro perché “lì davanti da soli è dura ma lui non demorde” e quando è in giornata “…non ci fa arrabbiare, né per l’atteggiamento né per le giocate”, perché il buon Ante a pallone sa giocare. Penalizzato prima da un infortunio all’avambraccio e poi dal COVID19, fatica a riprendere la condizione ma quando ci riesce “sta meglio e si vede nella durezza e nell determinazione con la quale affronta i contrasti e nei continui scatti e controscatti che esegue”. Se c’è da fare a sportellate lui non si tira indietro e “Lotta con il consueto ardore agonistico…”, sebbene lì in quella posizione “in solitudine, spalle alla porta, è un duro lavoro…”. Se devo muovergli un appunto è quello relativo ai troppi “…dribbling in eccesso”, gesto tecnico che conosce bene ma del quale abusa “contribuendo anche lui al “Festival della Rifinitura Esagerata”. Il ruolo nel quale si è espresso al meglio è quello di esterno a sinistra e in una rosa da Champions ci può stare, in fin dei conti parliamo di un nazionale Croato con esperienza in Bundesliga. Deve migliorare alcuni aspetti tecnici di dettaglio per poter essere efficace al massimo delle sue possibilità.
CALHANOGLU – MEDIA VOTO 6,09 È al top della prestazione quando in 3 occasioni rubrica un bel 7. In altre 17 occasioni riporta almeno la sufficienza, mentre in 4 occasioni l’insufficienza non grave. Lo sviluppo della sua annata va seguito con attenzione. Comincia benissimo, sulla scia della precedente stagione e del post -lockdown, inanellando una serie di prestazioni positive, tanto che risulta “Assolutamente al centro del gioco e del centrocampo, forse lo stiamo vedendo soltanto ora nel suo valore”. Quando entra lui “…tutto cambia, fa la differenza per qualità e quantità”. Si mette in evidenza per la “…rigorosa applicazione anche posizionato sulla fascia sinistra”, è “Presente in ogni zona del campo, corre e imposta”, evidenzia “una qualità diffusa nelle due fasi” ed è “Catalizzatore e distributore del gioco” giocando da “condottiero vero”. Nel frattempo è già esplosa la grana del rinnovo tanto che osservo “Altra prestazione di rilievo. La vogliamo far finire questa storia del rinnovo?”. Cade nell’incubo COVID tornando “…alla grande per condurre la squadra nella ripresa” contro il Crotone, prima partita del girone di ritorno. Da lì in avanti se ne perdono le tracce. Diventa “…altalenante, cala vistosamente nel finale evidentemente ancora sotto gli effetti del COVID” e appare “ancora convalescente ma in progresso” sebbene “non in grado di fornire quel qualcosa in più cui ci ha abituato”. Gioca ma “corre molto sebbene spesso a vuoto faticando nel trovare la posizione giusta”e “si vede poco se non per l’ordinaria amministrazione”. Peggiora nel corso della stagione inanellando “…minuti di assenza assoluta”, a volte sembra riemergere perché appare “un po’ meglio ma non ancora meglio” mentre la storia del rinnovo prosegue ed io osservo “P.S.: sta storia del contratto la vogliamo chiudere o no?!”. Nelle partite si mette in mostra più che altro perché “Trascorre buona parte del primo tempo a terra, a torto o a ragione”, poi contro il Cagliari ci “regala l’ennesima versione scialba come il vestito di lino che indossi al matrimonio del più caro amico il giorno di ferragosto e che dopo un’ora sembra lo straccio dei piatti”, mentre a Bergamo vinciamo in 10 perché lui si mette “in tecnologia Stealth, cioè invisibile alle difese avversarie, ma purtroppo anche alle telecamere ed al pubblico che osserva. Inutile come le sagome di cartone degli Scud di Saddam Hussein. Praticamente impalpabile, spesso in difficoltà nei contrasti”. Concludo osservando che “Esaurita la scusa del campionato, vediamo cosa fa con il rinnovo. Se lui intende essere quello di stasera, ci facciamo la domanda avendo già la risposta. Speriamo, in ottica eventuale rinnovo, che non faccia un grande Europeo”. Un grande Europeo non l’abbiamo visto perché quello visto in Nazionale è (e non ci meravigliamo) lo stesso degli ultimi 6 mesi in maglia rossonera. Non ha rinnovato decidendo di passare sull’altra sponda del Naviglio. Ce ne faremo una ragione, dopo averlo atteso, giustificato e sostenuto per 4 campionati. Dopo che diversi allenatori gli hanno testimoniato la loro fiducia e lo hanno fatto giocare in diverse posizioni e sistemi di gioco. Nel giudicare contano i fatti e non le opinioni e i fatti stanno scritti nelle prestazioni offerte. Per quello che ci riguarda siamo certi di aver dato il massimo. Tanti saluti.
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In precedenza abbiamo valutato anche la difesa rossonera >>> Leggi l’articolo. Prossimamente valuteremo il centrocampo. Tornate a leggerci sul sito.