Voluntary o settlement: il Milan gioca una gara decisiva

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Il Milan sta per giocarsi una gara fondamentale, stavolta non sull’erba di San Siro, ma sulle scrivanie della Uefa a Nyon. Già qualche mese fa l’ad Marco Fassone aveva presentato un piano al massimo organismo calcistico europeo, ma stavolta le proposte, come spiega la Gazzetta dello Sport, dovranno essere più realistiche sotto l’aspetto, in particolar modo, dei ricavi commerciali. Per ciò che concerne il mercato cinese, dovrà essere presentata l’esistenza di contratti già stipulati e prospettive concrete di crescita.

La situazione – Allo stato attuale delle cose non è così scontato che l’Uefa accetti di buon grado il business plan rossonero. Rispetto a qualche mese fa, a causa del faraonico mercato, le casse rossonere hanno subito un passivo di 180 milioni circa e un notevole incremento degli stipendi, la stretta del governo cinese sugli investimenti in attività non strettamente fondamentali pare non abbia subito allentamenti, e la qualificazione alla prossima Cahmpions non pare a portata di mano. Pur tuttavia sarebbe importante accedere a tale accordo, che consentirebbe di non tenere in considerazione i conti della stagione 2017/18, ma solo del triennio 2018/21. In caso di rigetto della proposta si entrerà in vigore di settlement agreement.

Il settlement agreement – Tale regola prevede non tanto un accordo, quanto un patteggiamento. Se il voluntary dà ampie libertà di movimento, ciò non accade con il settlement, che prevede limiti al mercato e alla rosa e sanzioni economiche fino al 2021. Il settlement ha già dato luce ad accordi con Manchester City, Psg, Galatasaray, Inter e Roma. 

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