Bilancio di fine danno
Domenica sera il vaso è caduto facendo un gran rumore. Ok, è successo, di certo non possiamo tornare indietro. Ora che il danno è fatto, fermiamoci un attimo a constatarne l’entità. Beh, dai, tutto sommato poteva andare peggio. A ben vedere, i cocci si possono rimettere insieme senza dover buttare il vaso, con un pò di pazienza e un buon collante. Come fanno i giapponesi, secondo i quali “un vaso rotto sarà più bello di prima”. Loro, con una tecnica che si chiama “Kintsugi”, nel collante ci mettono addirittura un metallo prezioso, il più prezioso: l’oro, in modo tale da far risaltare le fratture, anzichè cercare di nasconderle. Così quelli che apparentemente possono essere considerati difetti del vaso, saranno illuminati da una nuova luce, trasformandosi in qualcosa di bello e prezioso. L’oro del Milan per il momento può essere l’umiltà. A gennaio, magari, Paquetà.
I numeri ci consolano, perchè la classifica dice che dopo 12 giornate siamo quinti in classifica, a solo 1 punto dal quarto posto. Abbiamo perso tre volte contro le grandi (Napoli, Inter e Juventus), e vinto con la Roma. Alcuni pareggi hanno dimostrato una certa impotenza perfino contro le squadre “piccole”, vedi per esempio Empoli e Cagliari. Insomma il Milan di questa stagione non ha mai dato la sensazione di essere una squadra in grado di mettere sotto chiunque, ma anzi deve impegnarsi ogni volta molto per guadagnarsi la pagnotta, spesso con una certa fatica nel conquistare i 3 punti. E a volte grazie a miracoli nel finale, vedi Romagnoli. Perciò cosa c’era da aspettarsi se non questo? Una situazione complessiva nè ottima nè brutta, ma sostanzialmente in linea con le aspettative. Di certo i tifosi più ottimisti in estate sono ora delusi, ma reali motivi per essere particolarmente ottimisti, ad essere onesti, non ve ne erano, quindi tutto è andato più o meno come poteva andare e come doveva andare.
Attenuanti? I recenti infortuni ci hanno messo un bel bastone tra le ruote, questo è innegabile. Caldara, Biglia, Bonaventura, Musacchio, che si aggiungono ai vari Conti e Strinic.
Errori? Non mancano. Dalle papere di Donnarumma a quello di Higuain, che con la Juventus ha pesato molto. E non mi riferisco al cartellino rosso. La colpa maggiore dell’argentino è aver sbagliato il calcio di rigore.
Punti di merito? Ci sono anche questi: il rendimento finalmente convincente dello svizzero Rodriguez, fra i più criticati lo scorso anno. Le prestazioni di Musacchio, che è saputo diventare fra i punti fermi della squadra (peccato per il recente infortunio, che proprio non ci voleva). La rinascita di Suso, che dopo tanto tempo ha ripreso a segnare con una certa continuità.
A metà novembre nulla è ancora perduto, e se decidiamo di abbandonare gli approcci spesso troppo timidi e remissivi, a gennaio si può provare a vincere un trofeo, la supercoppa Italiana. Ovvio che ci sono squadre più forti, ma nessuna è davvero invincibile. Pochi giorni fa gli andalusi del Betis Siviglia (sì, proprio loro) hanno battuto il Barcellona al Camp Nou, nonostante i 2 gol di Messi. Non si sono sottomessi.
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