“E quindi uscimmo a riveder le stelle”

Spread this article
stellerossonere

 

Questo articolo, o forse è meglio definirla riflessione, la voglio intitolare utilizzando l’ultimo verso scritto da Dante Alighieri ne l’ “Inferno” de La Divina Commedia. Trovo infatti diversi spunti di riflessione comparando questo endecasillabo con quanto fatto dal nostro Milan nell’ultimo periodo. L’inferno del resto è la casa del Diavolo, metaforicamente è la nostra casa, una casa che, negli ultimi anni, sembrava oramai diventata niente più che un luogo senza passione, avulso da qualsiasi emozione e privo di storia. Da due anni a questa parte, pur in un contesto influenzato dal Covid e dalle sue limitazioni, San Siro è ritornato a popolarsi, a risplendere di rosso e di nero, a trasmettere passione e a diventare un vero e proprio inferno. Basti pensare al pubblico presente allo stadio nelle ultime partite casalinghe (ma anche al seguito in trasferta) e, soprattutto, alla fiumana di gente che si è riversata nelle strade di Milano (e non solo) per festeggiare questo meritato Scudetto. Una vera e propria bolgia insomma, altro termine caro all’Inferno dantesco.

Siamo ritornati a vedere le stelle perché si’, siamo partiti ad inizio stagione con una squadra forse priva di “stelle” se si interpreta alla lettera in significato di questa parola. Certo avevamo in rosa Ibra e Giroud, due che sono stati sì delle stelle nella loro carriera, ma molti pensavano fossero oramai in declino e giunti a Milano solamente per chiudere la carriera e rubare qualche milione dalle nostre casse che, dopo anni di rosso (un colore non a caso), iniziavano a rifiorire. Eppure, pur tra infortuni e problemi vari, sono stati due fari che hanno saputo guidare una banda di giovani alla vittoria finale e, merito più grande, sono stati in grado di trasformare i giovani in vere e proprie nuove stelle. Qualche esempio? Leao, Theo, Tonali, Kalulu. Si proprio quel Kalulu comprato a 1 milione di euro due anni fa e con un valore che, oggi, si aggira intorno ai 20milioni grazie a prestazioni concrete e incisive. Non sarà ancora una stella ma ha tutto le carte per diventarla. E come dimenticare una “ex” stella come Paolo Maldini capace di creare nel giro di qualche anno una squadra vincente nonostante tutti i paletti di fair play finanziario e un recente passato fatto di sconfitte e delusioni. Era una stella da calciatore, lo è diventato anche da dirigente.

Come Dante ha avuto Virgilio come guida in tutto il suo viaggio infernale, anche noi abbiamo trovato la nostra guida che, nonostante un passato privo di grandi successi, ha saputo guidarci “ché la diritta via era smarrita” per usare un altro endecasillabo tanto caro al sommo poeta. Stiamo parlando di Stefano Pioli, passato ad essere una stella dopo un passato (deliziamoci anche con i giochi di parole) da “traghettatore”. Un Virgilio dopo anni trascorsi da Caronte ma, del resto, il fuoco infernale è parte integrante del nostro coach perché “Pioli is on fire”.

Siamo ritornati a rivedere le stelle perché sì, alla fine, ora abbiamo 19 scudetti e la seconda stella è davvero li’ vicina. Riconfermarsi dicono sia più difficile che vincere. Molto probabilmente è vero, anche se crediamo che le basi per continuare a fare bene ci siano tutte. Avessero vinto i cugini interisti quest’anno la seconda stella a Milano sarebbe andata prima loro, ma la storia e il Diavolo hanno voluto altro. Di conseguenza il prossimo anno potrebbe essere quello di una nuova stella e ci auguriamo sia anche l’anno di un ritorno con lustro in Europa perché, se si parla di stelle, il palcoscenico europeo è il loro naturale habitat.

Chiudo qui, è ora di uscire ad ammirare la volta stellata sperando di incrociare una cometa, simbolo di un lungo viaggio che però riserva una grande finale!

About Author