Avanti o popolo (rossonero), alla riscossa…
Il calcio è sport popolare al massimo. Quando una palla rotola su un prato verde, siamo tutti uguali: Re e sudditi, schiavo e padrone, dirigente e sottoposto. Ma ormai il calcio non è più come una volta, un fenomeno solo europeo e sudamericano. Non esiste ormai, probabilmente, un Paese dove non si giochi almeno un campionato nazionale. Abbiamo visto campionati mondiali disputati in USA, in Sudafrica, in Corea e Giappone. Li avremo anche in Qatar. Poi, forse, in Australia, poi nell’Africa equatoriale. E magari in Cina. Le scelte di marketing e di investimento hanno portato sempre di più le squadre europee a cercare sfogo (e soldi…) accettando di giocare anche in realtà una volta impensabili, dove ormai, a causa dell’ampia diffusione della televisione, strumento universale di conoscenza, sanno tutto di tutti e (forse) anche meglio di noi. Quaranta anni fa, Milan – Inter, il 25 luglio sarebbe stata impensabile. In Cina, poi… Ma tant’è, il mondo cambia, adeguiamoci.
Mastro Sinisa conferma Calabria a destra ed Ely al centro. Davanti Niang e Matri con Honda a suggerire. La seconda squadra di Milano, un po’ a sorpresa, schiera molti giovani dai nomi poco noti e cerca di “mascherarsi”. Da cosa, lo sa solo Mancini. Si inizia.
Qualche buona iniziativa di Calabria, Honda pericoloso in area. Loro contrappongono la compattezza per non darci spazio. Niang si muove su tutto il fronte, Honda ruba palla in alto e scambia due volte con il francese che controlla ed entra in area. Tira, ma Carrizo para non si sa come. De Sciglio sale molto e Bertolacci lancia bene di sinistro. Cerchiamo molto le punte. Peccato Matri non riesca a svegliarsi dal torpore che lo pervade. Si gioca sempre a due tocchi come vuole il Mister. Arriviamo a ridosso dell’area palla al piede e a terra. Penso: magari, tiriamo qualche volta! L’Inter aspetta e cerca di ripartire e lo fa anche un paio di volte ma chiudiamo sempre bene. Tiri di Delgado e Santon. Sempre intraprendente Calabria. Ely si mette in evidenza colpendo di testa su cross di Honda. Potremmo passare in vantaggio quando Matri fa l’unica cosa bella della sua partita scattando a tempo e beffando la linea difensiva. Ma sul più bello, davanti a Carrizo non tira e per giunta serve male Niang che poteva mettere nel sacco da sotto misura. Peccato, perché potevamo andare in vantaggio e avremmo meritato. Nostre le uniche due palle gol del tempo.
Secondo tempo, inizia la rotazione delle panchine. E’ un’altra partita, tutto il centrocampo viene sostituito. Mastro Sinisa sta creando delle alternative: Poli o Mauri a destra, De Jong o Montolivo davanti alla difesa. Comincia a mancare la lucidità sebbene le squadre non abbandonino le idee mostrate nel primo tempo. Abbiati para su Nagatomo e Taider tira fuori. Zapata sale in cielo su punizione di Niang e la sua zuccata meriterebbe maggiore fortuna. Entrano anche i “titolari” della seconda squadra di Milano.
Per noi, invece, eccoli: “El Peluca” Bacca e Luiz Adriano. Subito Bacca si muove alla perfezione su idea di De Sciglio e serve Jack al centro che tira: palla deviata di poco! Ma sull’angolo dello stesso Jack un fantastico Mexes si arrota su se stesso per colpire di destro e mandare la palla dove Carrizo la può solo osservare: gol! Poi, ancora El Peluca, recupera sulla tre quarti e avanza, semina il panico palla al piede tra gli Intertristi entrando sulla destra in area e solo una paratona di Carrizo gli nega la gioia della rete. L’Inter tenta di reagire e ci mette alle corde ma senza molto arrosto, solo tanto fumo. Zapata compie un doppio bell’intervento in chiusura e Nocerino mette in angolo un cross di Brozovic. Luiz Adriano litiga da terra con Andreolli: ha capito cos’è il derby, bravo “cespuglione”! In questa fase anche sotto pressione non perdiamo la calma. Ancora Luiz Adriano, tignoso, lotta su ogni palla manco fosse con noi da una vita, conquista molte punizioni e nasconde la sfera ad Andreolli con una tecnica invidiabile. Bacca, sempre a destra, spunta da sotto le gambe di Ranocchia che mette in angolo impaurito. Mauri in mezzo al campo, ma da mezzala, corre e lotta che sembra Gattuso. Montolivo nell’occhio dell’azione dirige la squadra. Ci sono molti falli ma nessuno si tira indietro, nemmeno Nocerino che fa la forbice da dietro a Kondogbia e si becca un rosso e l’eterna riconoscenza di San Siro. Prima del termine, Hernanes tenta la deviazione sotto misura, ma la palla va fuori.
Si sono giocate due partite, una l’abbiamo pareggiata, l’altra l’abbiamo vinta. Avremmo potuto vincere anche la prima se non fosse stato per l’insipienza del sig. Nargi che non ha giocato come doveva l’unica palla che ha avuto non consentendo a Niang di battere a rete da zero metri.
La rifondazione rossonera prosegue. La squadra ha aumentato il suo minutaggio e ha già un’identità certa: diversamente dallo scorso anno, abbiamo un gioco e si vede. Pochi passaggi in orizzontale, subito verticalizzazione. Lo schema sarà il 4-3-1-2, la costruzione del gioco parte dalla difesa e sappiamo creare occasioni di pericolo anche su palla ferma. La squadra cerca di restare sempre alta per rubare palla il più vicino possibile alla porta avversaria, come nell’occasione di Niang nella quale Honda assume le sembianze di uno dei 40 ladroni.
Sui singoli, in crescita e De Sciglio (sempre meglio a destra che a sinistra…), Montolivo, Mauri e anche Bertolacci che ha mostrato cosa può fare con il sinistro, Mexes dovrà gestirsi al meglio ma se lo farà potrà regalarci (e regalarsi) altri momenti come quello di sabato, conferme per Calabria, Ely, Poli, Bonaventura. Dubbio: meglio De Jong a coprire o Montolivo più geometrico? Opto per il secondo, a meno che non arrivi qualcun’altro. Si stanno delineando le esclusioni. Oltre a quelli rimasti a casa, sabato anche Nocerino e Matri hanno perduto, credo senza possibilità di recuperare,posizioni nella classifica di Mastro Sinisa.
Sui nuovi, che dire… Uno, Bacca, è sceso dall’aereo quattro giorni fa. E’ entrato e ha fatto un movimento perfetto per servire Jack al tiro.
Poi, ha seminato, ondeggiando in mezzo a tre avversari, il panico nella difesa avversaria (quella titolare!) e San Carrizo ha evitato la capitolazione.
Dopo ci che e’ sgusciato da sotto le gambe a Ranocchia costringendolo ad una scivolata alla disperata. Si muove con passo felpato come una pantera, rivediamolo quando correrà.
L’altro, Luiz Adriano, anche lui arrivato da pochissimo, ha tecnica da vendere, è entrato nell’arena con il piglio truce di uno che non è venuto qui a guardare gli altri e che non ha nessuna voglia di farsi prendere in giro. Anche per lui, rivediamolo quando correrà.
Attenti a questi due, anzi speriamo… Attenti a quei tre.
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