Juraj Kucka, rinforzo o colpo della disperazione?
Sentirsi rassicurati dopo le promesse di inizio mercato. Bello vero? Sarà sicuramente capitato anche a voi, sentendo assiduamente il presidente ed i dirigenti milanisti promettere una squadra competitiva. A differenza degli scorsi anni, sembrava che la disponibilità economica ci fosse, per davvero. Promesse andate pian piano scemando, come ogni anno.
Tanti soldi spesi (spesso a caso) e squadra poco rinforzata. La mancanza di programmazione e di una rete di osservatori, condita dalla confusione presente in società e dall’ininterrotta volontà di Galliani di usufruire di scambi di favori con procuratori/amici hanno fatto il resto. Squadra assemblata senza partire dalla famosa “spina dorsale” formata dai difensori centrali, centrocampisti in grado di costruire gioco e completata dall’attacco, ma partendo appunto da quest’ultimo reparto, quasi “al contrario”, acquistando Bacca e Luiz Adriano per primi.
Un centrocampo da anni in difficoltà, dove non è avvenuto il ricambio generazionale e nel quale la qualità e l’abilità di costruire gioco latita in modo evidente. Senza ombra di dubbio era proprio questo il reparto su cui intervenire maggiormente e con tempestività, portando a Milanello il famoso regista, del quale la squadra milanista è orfana ormai dai tempi di Pirlo. Invece niente. Dopo la brutta sconfitta di Firenze lo stesso Mihajlovic ha constatato le difficoltà dei centrocampisti, auspicando l’arrivo di un rinforzo (il tecnico avrebbe voluto il suo pupillo Soriano), cosa che tuttavia non è avvenuta, almeno in parte.
Tra lo stupore generale del tifo rossonero, arriva al Milan Juraj Kucka, in seguito ad una trattativa lampo, dopo essere appunto stato accostato all’ex società di Via Turati nelle ultime sessioni di calciomercato. Ora, per chi abbia visto almeno una partita di Kucka nella propria vita, può benissimo notare come lo slovacco classe ’87 sia tutto fuorchè un regista. Centrocampista arcigno, dotato di grande fisico e buon tiro, può svolgere il ruolo sia di mezz’ala che di incontrista, arrivando spesso al tiro. Chiamato “panzer” o “carroarmato” per la grande potenza fisica, appassionato di hockey su ghiacco e con alle spalle una famiglia di calciatori, arriva a Milano dal Genoa per 3 milioni, dopochè sembrava destinato al Besiktas. Trattativa lampo tra Galliani ed il procuratore del giocatore e Kucka è pronto a vestirsi di rossonero.
Sì, ma a che scopo? Infatti non sembrerebbe proprio quel giocatore in grado di dettare i tempi di gioco, tanto reclamato da Mihajlovic. Buon giocatore senza alcun dubbio, ma non di certo in grado di far fare il salto di qualità al centrocampo rossonero per ambire al terzo posto. Dopo tutto ciò, accorgendosi degli errori commessi, sembrerebbe che Galliani abbia fatto un ultimo tentativo per Witsel durante l’ultimo giorno di mercato, tentativo non andato ovviamente in porto soprattutto a causa dei tempi rimanenti molto ristretti.
La domanda sorge spontanea: perchè non intervenire prima sul belga? Perchè soprattutto accorgersi solamente a fine mercato che la prima necessità del Milan fossero centrocampisti di qualità e NON di quantità? E la disponibilità economica tanto sbandierata qualche mese fa, che fine ha fatto? Sono tutte domande alle quali speriamo che il tempo possa dare una risposta, auspicando che la stagione milanista prenda immediatamente una piega diversa, smentendoci tutti. Ne saremmo solamente felici, e magari anche rassicurati, come qualche mese fa.
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