Abbiati: “La squadra non era da settimo posto ma se non si hanno certi valori…”

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Abbiati-si-è-infortunato-638x425Cristian Abbiati dopo 22 anni, di cui 15 trascorsi in rossonero, ha deciso di dire basta con il calcio giocato. Il nostro portierone si è raccontato alla Gazzetta dello Sport, non senza qualche strascico polemico. Sulla squadra: “Mi piacerebbe si ripartisse dalla Juve. Questa rosa non era da settimo posto, con il giusto atteggiamento si potrebbe tornare a puntare già alla Champions. Ci sono stati 4-5 elementi che non hanno fatto quanto richiesto, e non parlo di errori tecnici…”. Sui valori ormai persi: “Se ripenso al Milan fino al 2011 vedo un’altra squadra. Io ragiono secondo alcuni valori che mi hanno trasmesso Albertini, Costacurta e Maldini. Quando ci allenavamo andavamo a mille all’ora e se si perdeva male il lunedi mattina ero in ansia quando uscivo di casa per la vergogna anche se la mia coscienza era pulita”. Su quando ha pensato di smettere: “Dopo il Bologna avevo fatto il pieno. Quando Bacca fu sostituito col Carpi e lasciò il campo senza aspettare la fine e senza salutare chi entrava, nello spogliatoio lo ribaltai. Ma voltandomi non vidi nessuno che mi supportava: evidentemente certe cose o non si hanno dentro o non interessano. Gattuso avrebbe tirato fuori il coltello”. Sul suo futuro: “Mi vedrò con Galliani, ma non abbiamo ancora un appuntamento. Ho bene in mente in cosa potrei essere utile: ad esempio viene da me l’allenatore e mi dice che quel giocatore non si sta comportando bene. Io sarei quello che va a prenderlo a calci nel culo. Si chiama club manager, giusto?”. Su Brocchi: “Con lui si può iniziare un progetto. Per come intende il calcio Berlusconi, Brocchi potrebbe essere l’uomo giusto, ma non avrei cambiato Mihajlovic, mancava troppo alla fine”.  

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