C’è grossa crisi
Il calcio Italiano viene messo elegantemente, ma decisamente, alla porta delle competizioni Europee già al livello dei quarti di finale. Questo non accadeva da 15 anni e immediatamente sono ripartite le discussioni, ricominciate le analisi, le valutazioni, le tavole rotonde dei competenti in materia. Tutti, immancabilmente, a scandalizzarsi. Di cosa? Tutti i fenomeni osservabili, anche quelli sportivi, hanno una spiegazione.
C’è un (evidente) arretramento del nostro movimento calcistico nella sua generalità. Le nostre squadre sono inferiori sotto l’aspetto tecnico in quanto lo sono sotto l’aspetto finanziario-economico. I migliori giocatori Italiani se ne vanno all’estero, quelli stranieri, giovani e meno giovani, non vengono in Italia perché preferiscono (e ti credo…) accettare le offerte dei Club più ricchi. E’ una vergogna che nessun Club nazionale non abbia saputo trattenere Verratti, per esempio.
Le Spagnole (Barcellona, Real Madrid e Atletico Madrid), il Bayern, il PSG, le Inglesi (Chelsea, con i prossimi ingenti investimenti di Abramovich, l’Arsenal, il Manchester City, il Manchester UTD, che ritornerà presto, penso anche il Tottenham) sono anni luce avanti a noi e ci resteranno ancora per molto.
Tra queste, ci sono le squadre che popoleranno i quarti di finale della Champions League dei prossimi 10 anni. Al massimo, calendario permettendo, c’è spazio per una sorpresa all’anno, ma siamo nei limiti del calcolo probabilistico.
La potenza economica orienta anche le decisioni. Siamo deboli e contiamo poco anche a livello dirigenza arbitrale. Nell’incertezza, un fischio è sempre contro di noi e mai a favore. Per sperare di vincere, dobbiamo avere la forza di fare sempre una rete di più dell’avversario. E non chiamiamo in causa i “vivai”.
La nostra ultima generazione nostrana di calciatori vincenti è quella che ha vinto in Germania nel 2006. Dopo di che, il nulla. Non c’è stato alcun ricambio generazionale. Per verificare il decadimento progressivo cui siamo andati incontro, basta confrontare i convocati di Conte per le prossime amichevoli con qualche altra squadra Nazionale di un po’ di anni fa. Vogliamo provare? Ricordate le notti magiche di Italia 1990? : Zenga, Bergomi, Maldini; Ancelotti, Ferri, Baresi; Donadoni, De Napoli, Vialli, Giannini, Baggio. Per 8-9/11 degli autentici fuoriclasse. Chi c’è adesso? E non è un problema di questo o quell’altro. Anche chi resta a casa, se convocato sposterebbe poco negli equilibri e nei valori tecnici.
Nel giro di 25 anni siamo passati da Baresi-Maldini a Bonucci-Antonelli, da Donadoni-Giannini-Ancelotti a Florenzi-Giaccherini-Soriano, da Vialli-Baggio a Pellè-Eder. Per favore, non scherziamo.
Non abbiamo più Baggio, Vialli, e tanto meno Inzaghi, Del Piero, Vieri, Totti, Cannavaro…per il semplice fatto che giocatori di questa risma non ne sono più nati.
Si fanno meno figli e a lungo andare, questo è un fatto che incide.
Vi siete accorti che nelle città non si gioca più nei giardini, nella strade, negli Oratori? E’ lì che nascono i Campioni, è da lì che tutto comincia. In compenso, si gioca a calcetto, ma è un’altra cosa.
Il Brasile, ancorchè non più vincente come in passato, nei confronti del Resto del Mondo potrà sempre vantare milioni di ragazzini che ovunque, danno calci ad un pallone. E nasceranno sempre i Garrincha, i Pelè, gli Zico, i Falcao, i Ronaldo, i Ronaldinho, i Kakà, i Neymar….
Non c’è dubbio che siamo un Paese in crisi e ce ne accorgiamo, volendo, anche da questi aspetti.
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