Cosa c’è dietro il disastro azzurro
Con ogni probabilità possiamo parlare di questo periodo come il momento più basso del calcio italiano dal lontano 1958, quando l’Irlanda del Nord fece la parte dell’attuale Svezia. È chiaro che un risultato così pesante non può derivare dal semplice risultato ottenuto sul campo, ma ha radici ben più profonde. Dai demeriti evidenti del ct, possiamo (e dobbiamo) quindi arrivare a Tavecchio, ma spingendoci ancora più in là possiamo (e dobbiamo) chiederci: chi ha portato l’attuale presidente della Figc alla poltrona?
Situazione allo sbando – Dopo le due scialbe partite con la Svezia, inevitabile rivolgere il nostro primo sguardo al ct Ventura, che sotto il profilo tecnico è il primo colpevole di questa sciagurata eliminazione. Dopo la trasferta in terra spagnola (miseramente fallita) l’ex Bari e Torino ha perso del tutto il controllo della situazione, proponendo un insensato 4-2-4 e mandando costantemente giocatori allo sbaraglio e fuori posizione. La frittata finale il passaggio al 3-5-2 e l’impiego di uomini mai schierati prima, come Jorginho, sperando potessero salvare una barca già affondata.
Condizioni mancate – Ma ovviamente non è certo Ventura la radice di tutti i mali del calcio italiano. Il popolo intero chiede anche la testa del presidente Tavecchio, artefice in primis dell’arrivo di Ventura sulla panchina della Nazionale, ma colpevole ancora di più di non aver creato le condizioni affinché il calcio italiano si rinnovasse e potesse essere competitivo sul panorama internazionale. Basti pensare che allo stato attuale sia la Lega di A che quella di B versano in condizioni di commissariamento ormai da mesi.
Il “corporativismo” – Ma da dove vien fuori Tavecchio? Possiamo prendere in prestito le parole di Demetrio Albertini, sfidante sconfitto alle elezioni del 2014: “Si è rivisto il corporativismo, come sempre dichiarato dall’inizio con il patto delle Leghe”. Ecco cosa dice il dizionario a proposito della parola “corporativismo”: tendenza di un settore professionale all’affermazione esclusivistica di propri interessi o privilegi. Quindi ci chiediamo: davvero i grandi club che hanno portato Tavecchio al trono, e che quindi possono essere additati come i principali artefici di questo disastro, hanno a cuore le sorti della Nazionale?
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