Dalla C1 alla serie A: il successo calcistico ed imprenditoriale di Squinzi
Giorgio Squinzi, al timone del Sassuolo dal 2002 e presidente di Confindustria dal 2012 al 2016, è un presidente imprenditore, di origine… milanista (come lui stesso ha più volte ammesso). Una passione, quella calcistica, maturata negli anni, che lo ha portato ad acquistare la società nero verde, senza smettere di sognare i colori rossoneri. Nato nel 1943 a Cisano Bergamasco (dove nacque anche Donadoni) fonda nel 1970, un anno dopo aver conseguito la laurea in Chimica Industriale alla Statale di Milano, il gruppo Mapei s.n.c, affiancandola al nome forte del gruppo che il padre aveva già istituito nel 1937.
Oggi è Amministratore Unico di Mapei Spa e CEO del Gruppo Mapei, l’azienda leader mondiale nei prodotti per l’edilizia, adesivi e sigillanti. Un’azienda che è sinonimo di certezza, solidità e successo. Un uomo che è un esempio per chi vuole seguire la strada dell’imprenditorialità. Sì, perché lui è riuscito a diffondere il marchio italiano in tutto il mondo: Giorgio Squinzi ha trasformato infatti una piccola realtà industriale in una multinazionale leader nel settore degli adesivi per pavimenti e rivestimenti, operando con 47 stabilimenti in 24 paesi e raggiungendo un fatturato globale di 1,6 miliardi di euro e 3600 dipendenti.
Lo sport resta comunque al centro della sua vita. Appassionato non solo di Milan, ma anche di ciclismo: con la sua azienda ha sponsorizzato la squadra professionistica Mapei-Quick Step. Giorgio Squinzi, una specie di Re Mida, dalle idee molto chiare. Come il re della Frigia trasformava in oro tutto quello che toccava, così Giorgio Squinzi, dopo essere riuscito a fare della propria azienda il leader mondiale nel settore, ha portato in serie A una squadra, il Sassuolo, che al momento dell’acquisto militava in C1.
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Alessia
Rossonera dal concepimento, vive per questi colori. Cresciuta con le magie di Kakà, nonostante le lacrime alla sua volta per Madrid, restano lo sguardo di Sheva sul dischetto e tutta la magica notte di Manchester a farle mancare ancora il fiato. Unico dispiacere: non aver potuto vedere dal vivo il Milan di Sacchi.
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