Economia portami via (la vita)
Mentre l’Italia continua a guidare il gruppo dei paesi europei in difficoltà, dall’altra parte del mondo la Cina concretizza i suoi progetti di espansione commerciale e continua ad avanzare nel mondo come un carro armato inarrestabile. Lo fa di certo senza l’eccezionale exploit dei decenni scorsi (che era, appunto, un fatto eccezionale) ma lo fa anche senza piangersi addosso per qualche rallentamento del PIL o per la fisiologica contrazione dei consumi interni. La Cina si trasforma, si evolve e corre verso il futuro sospinta da frenetiche ed incessanti iniziative imprenditoriali. Lo fa ramificando ovunque, entrando nel tessuto industriale italiano come in quello inglese. Senza porre freni alle proprie ambizioni, il paese del dragone continua a battere record su record, con laboriosità e creatività. Dopo aver creato in estate il ponte sospeso più alto del mondo (300 metri ), i cinesi si apprestano a costruire un grattacielo di 739 metri, la H700 Shenzhen Tower.
La Cina si espande senza limiti, perfino nello spazio: proprio in questi giorni è stata lanciata Tiangong-2, una nuova stazione spaziale che si posizionerà a una distanza di circa 400 chilometri dal nostro pianeta. Altro che acquisizione di Milan e Inter, che sono sostanzialmente delle bazzeccole e non sono certo cosa nuova (del resto in Europa le quote cinesi sono già presenti nel capitale di più di una dozzina di club). Il Milan è solo un granello di sabbia sul vagone merci di un treno, la Cina, che velocemente attraversa il mondo, conquistandolo.
Grattacieli, tecnologia, lusso, luci scintillanti come la Shangai by night, ma tutto questo comporta un conto particolarmente salato da pagare. Le elevate emissioni delle centrali a carbone e i fumi di milioni di automobili, rendono l’aria cinese la peggiore del mondo: un livello di inquinamento altissimo, che uccide migliaia di persone ogni giorno ed altre ne fa continuamente ammalare. Di questa grave situazione sono evidentemente complici i governanti cinesi, che negli anni hanno sottostimato il problema, portando il paese asiatico fino ad un punto di non ritorno.
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